Milinkovic-Pioli, dall’esordio al litigio. E il Sergente sogna un gol

Lanciato dall’attuale tecnico del Milan, non ha mai segnato ai rossoneri. Sogna di portare in alto la Lazio
Milinkovic-Pioli, dall’esordio al litigio. E il Sergente sogna un gol
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ROMA - Il giovane Sergej Milinkovic-Savic, sbarbato, occhi teneri e poca malizia che aveva conosciuto Stefano Pioli sei anni fa, è diventato oggi un giocatore al top. Maturo, fortissimo, fondamentale per ogni allenatore passato da Formello. Sarri se lo coccola, il serbo non dimentica comunque il tecnico oggi al Milan che lo ha lanciato nel grande calcio. Era il 18 settembre del 2015, primo match da titolare in Europa League contro il Dnipro. Pareggio per 1-1 arrivato nel finale: delusione laziale, ma occhi sgranati per aver visto un centrocampista con grande qualità pescato da Tare nel Genk.

Milinkovic, l’esordio e il litigio con Pioli

Da quel giorno Sergej non si è più fermato. Maturato con Inzaghi, fondamentale per Sarri che dopo il primo allenamento ha subito capito che dai suoi piedi e dalla sua testa dipende l’intero equilibrio della Lazio. Con Pioli va ricordato un litigio dopo il Fiorentina-Lazio dell’aprile del 2018. Il tecnico, allenatore della Viola, non digerisce a fine partita la festa del Sergente davanti ai tifosi del Franchi. Match teso finito 4-3 per i biancocelesti vincenti in rimonta. Battibecco in campo al triplice fischio, con il giocatore della Lazio che risponde a tono al suo ex allenatore, poi gli tende la mano per far pace. Mossa non accettata.

Sergej, voglia di gol

Milinkovic ritrova Pioli, oggi allenatore di un Milan molto ambizioso. Proverà a fare gol. Una rete al Diavolo manca nel suo curriculum. A San Siro solo all’Inter ha segnato (due marcature). Vuole riscattare e mettere in archivio anche questo contro il suo ex allenatore che lo ha fatto esordire in biancoceleste sei anni fa. I tifosi con lui sognano ad ogni partita. 


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