Lazio, riecco Cairo: una motivazione in più per Immobile

L'attaccante biancoceleste ritrova il presidente granata, con il quale la scorsa stagione aveva dato vita a un botta e risposta sui social
Lazio, riecco Cairo: una motivazione in più per Immobile
3 min

ROMA - La sfida tra la Lazio e il Torino dello scorso anno è passata in archivio come "la partita dei tamponi", ma anche dei processi e dei litigi. Si è giocata più nelle aule dei tribunali che sul terreno di gioco. E quando finalmente si è disputata (0-0 e salvezza matematica conquistata dai granata) c'è stato l'assalto di Cairo nello spogliatoio dello Stadio Olimpico, con Ciro Immobile come obiettivo.

La denuncia di Ciro

L'attaccante biancoceleste denunciò il tutto sui social: "Tutti sanno chi sono dentro il campo e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono, soprattutto se arrivano da dirigenti del mondo del calcio. Al termine della partita il presidente Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando a offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti, accusandomi di aver giocato con 'il sangue agli occhi', e altre cose riguardanti la partita d’andata, arrivando persino a dirmi di averla giocata positivo al Covid. Non smetterò mai di ringraziarlo per avermi dato la possibilità di consacrarmi come calciatore nel Torino, ma non posso sorvolare su un episodio che oltrepassa la dimensione calcistica. Tutti sanno chi sono, un calciatore e un uomo rispettoso delle regole e dei principi della lealtà. Non posso tollerare ingiurie e infamie che diffamino senza motivo la mia persona". In quella gara, a sei minuti dalla fine, Immobile colpì il palo, sbagliando il rigore del possibile vantaggio, consegnando di fatto al Torino di Cairo la permanenza in Serie A.

Polemiche e tensioni

Il motivo di quel clima di tensione risiede anche nelle numerose polemiche nate dopo quanto accaduto nella partita d'andata, quando Ciro era stato convocato dopo due tamponi negativi (il virologo Pregliasco, nella perizia presentata al processo dalla Lazio, lo avrebbe definito “falso positivo” e idoneo a giocare sulla base degli esami clinici e dei referti), Inzaghi lo mandò in campo durante la ripresa e lui andò a segno dagli undici metri prima della zampata in pieno recupero di Caicedo (3-4). Una storia da cui il giocatore è uscito pulitissimo, dal momento che eventuali responsabilità legate alla quarantena violata (all’esito di un tampone precedente) appartenevano alla società e allo staff sanitario. Cairo si scagliò comunque su di lui, cercando poi di fare dietrofront sempre sui social, senza però chiedere mai scusa. E ora arriva il momento di un nuovo confronto...


© RIPRODUZIONE RISERVATA