Lazio, suona l'allarme di Sarri

Lazio, suona l'allarme di Sarri© ANSA
Alberto Dalla Palma
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L’effetto derby non è durato nemmeno una settimana, dopo aver battuto Mourinho e la Lokomotiv in Europa si è sbriciolata a Bologna la Lazio di Sarri. Come se non fosse scesa in campo, eppure era sembrata più viva che mai nelle precedenti partite, affamata, tonica, concentrata. Al Dall’Ara è scomparsa, invece di prendere la rincorsa dal successo contro la Roma, si è seduta con la pancia piena e ha assistito alla partita senza contrapporsi alla squadra di Mihajlovic. Chiaro che Sinisa aveva dato una scossa, non solo con il ritiro: e ha raggiunto il suo obiettivo se consideriamo che il Bologna aveva preso una valanga di gol dalla tragica esibizione in Coppa Italia con la Ternana alla trasferta di Empoli. Ebbene, la Lazio, pur senza Immobile e questa è una giustificazione, non è riuscita a fare un solo tiro nello specchio.  

Sarri ha avuto subito un confronto con la squadra, la terza sconfitta in nove partite è diventata un campanello d’allarme: un giocatore dei più anziani come militanza avrebbe detto al Comandante che per la Lazio il rendimento ad altalena è una costante ormai da molti anni. Si sale e si scende, a corrente alterna: un atteggiamento inaccettabile per Mau, che dovrà lavorare dal punto di vista tattico e mentale su tutto il gruppo, se davvero il gruppo si accomoda sul divano solo perché ha vinto il derby e poi una partita di Europa League. 

Troppo brutta questa Lazio per essere giudicata dopo il ko di Bologna, altrimenti dovremmo cancellare il derby e far finta che il 26 settembre all’Olimpico non sia successo niente. Meglio, invece, aprire una riflessione generale su alcuni difetti della rosa che non erano stati corretti in passato dalla società e che nemmeno uno dalla forte personalità come Sarri è riuscito a risolvere durante il mercato. È chiaro che la squadra è scoperta, come alternative, in tre ruoli fondamentali: il difensore centrale, il centrocampista davanti alla difesa, l’attaccante. Mau sta addestrando Cataldi come vice Leiva, ma in realtà avrebbe avuto bisogno di un giocatore di ruolo visto che da un anno il brasiliano non ha più il ritmo e la resistenza di una volta. Abbandonato Torreira, che costava due lire, il club ha lasciato il ruolo (chiave) vacante. La squalifica di Acerbi e le eventuali assenze di Luiz Felipe apriranno anche il problema del difensore: Patric, un ex esterno destro come unica alternativa. Vavro (quasi 12 milioni) scartato prima da Inzaghi e poi da Sarri, Radu emarginato a sorpresa, senza alcuna possibilità di rientrare nel giro del turnover. E poi c’è il caso Muriqi, che ha fallito l’ennesima prova del fuoco: pagato 18,5 milioni per diventare l’alternativa di Immobile, ha segnato un gol in campionato e uno in Coppa Italia. Considerando le finanze messe a disposizione da Lotito per il mercato, un investimento davvero inspiegabile: quando ha comprato il kosovaro, la Lazio aveva già Caicedo, la miglior punta di riserva della serie A dopo Muriel. E forse la colpa non è nemmeno di Muriqi, che gioca un calcio opposto, come caratteristiche, a quello della Lazio. Sarebbe bastato andare a vederlo una volta per risparmiare un vero patrimonio.


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