Lazio, Sarri ha chiuso un'epoca

Lazio, Sarri ha chiuso un'epoca© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
3 min
TagsLazio

Era uno spareggio per il primo posto e la Lazio non è riuscita a vincerlo sul campo ma solo ai punti e nel calcio non serve. Sempre Immobile al centro della scena: un gol annullato per un piede in fuorigioco, una traversa e un errore sotto porta che di solito lui non commette mai, soprattutto quando arriva comodo davanti al portiere. Alla squadra biancoceleste è mancato solo l’ultimo colpo in area per battere il Marsiglia, che sembra aver digerito la cura di Sampaoli più di quanto la Lazio abbia capito le lezioni di Sarri, che subito dopo lo 0-0 casalingo contro i francesi ha chiuso ufficialmente un’epoca storica. Quella di Milinkovic Savic e Luis Alberto uno accanto all’altro a inventare soluzioni vincenti per Immobile, Pedro e Felipe Anderson: il serbo con la sua fisicità fuori dal comune, abbinata a una tecnica sopraffina per un gigante in mezzo al campo; lo spagnolo con il suo talento unico, almeno in Italia, quello di giocare in verticale e di mettere il pallone nello spazio come nessun altro. 

Sarri se li ricorderà, questi due, scatenati contro la sua Juve in campionato e nella finale di Supercoppa qualche mese prima che il Covid interrompesse il sogno da scudetto della Lazio di Simone Inzaghi: un doppio 3-1, nel giro di tre settimane, in cui Milinkovic e Luis Alberto, furono immarcabili per i bianconeri. Proprio su di loro l’attuale tecnico dell’Inter aveva costruito la squadra più offensiva del torneo, trasformando lo spagnolo in una mezzala dopo averlo utilizzato da trequartista o da seconda punta accanto a Immobile: un’intuizione vincente, perché mentre gli altri pensavano a correre e a difendere a fisarmonica, Luis Alberto si dedicava alla ricerca dell’ assist o della soluzione personale, che spesso diventava un gol.

Mau ci ha provato a riproporre questa coppia in mezzo al campo, ma dopo i tracolli di Milano e di Bologna, nonostante un derby da favola, ha deciso di romperla: mentre Inzaghi proteggeva ed esaltava le qualità di Milinkovic e Luis Alberto con la difesa a tre e i due esterni di centrocampo, Sarri li esponeva al contropiede degli avversari avendo già tre attaccanti come Pedro, Immobile e Felipe Anderson. E così ha detto basta, chiedendo aiuto a Basic e, come alternativa, ad Akpa Akpro: l’ingresso dello spagnolo contro l’Inter è stata la mossa vincente dell’allenatore biancoceleste, che ha cercato il bis anche contro il Marsiglia. Ci era quasi riuscito, Luis Alberto è entrato con la testa giusta, ha inventato il gol annullato a Immobile per fuorigioco e ha poi distribuito sempre palloni mai banali. Non si può fare altrimenti, ha spiegato Sarri, almeno per ora: la Lazio, che deve correre, pressare, difendere e attaccare con la stessa intensità, non può sopportare due talenti speciali in mezzo al campo. Unica via d’uscita, pensare al numero 10 in una posizione più offensiva, alle spalle di Immobile e Felipe sacrificando Pedro, che va gestito con cautela. La Lazio è ancora un cantiere aperto, vedremo che cosa deciderà e studierà Mau per il futuro, ma la sensazione è che la partita con il Marsiglia abbia chiuso davvero un’epoca nel tentativo di avvicinarsi più velocemente che mai alla filosofia sarriana.


© RIPRODUZIONE RISERVATA