Sarri: "Lazio, un solo obiettivo: dare il 100%"

Il tecnico ha presentato la gara contro la Fiorentina e va a caccia della svolta: "Luis Alberto? Speriamo di risolvere tutti i problemi, resta un giocatore importante"
Sarri: "Lazio, un solo obiettivo: dare il 100%"© © Marco Rosi / Fotonotizia
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ROMA - La Lazio deve uscire dal tunnel e va a caccia di un rendimento costante. In ritiro dopo la brutta sconfitta contro il Verona, ora i biancocelesti sono chiamati a dare risposte sul campo con la Fiorentina. In conferenza stampa, Maurizio Sarri, ha parlato del momento che il gruppo sta attraversando e non solo: “Speriamo di essere pronti a ripartire, vediamo le risposte. Sappiamo che partita fare, vediamo se sia pronta la squadra, ma penso di sì vedendo l’atteggiamento in questi giorni. La Fiorentina è forte, quest’anno gioca in maniera diversa dal passato. Si esprimono bene, parliamo di una squadra in grande crescita che potrà avere un futuro importante. I giocatori importanti possono decidere il risultato. Immobile segna da anni con continuità impressionante, Vlahovic sta facendo bene e sicuramente molto dipenderà da loro”.

Sarri e la questione ritiro

Il momento è di riflessione. Sentendo parlare i ragazzi, andando a scavare, abbiamo visto che gli alti e bassi si ripetono da un anno e mezzo. Quasi sempre si verificano con squadre di seconda fascia. Questo ci deve portare a pensare e correggere, vuol dire che alla base c’è qualcosa di sbagliato negli approcci. Vedendo i dati non c'è troppa differenza tra prima e terza partita settiminale, forse c'è l'abitudine a non tenere le energie nervose per un tempo prolungato. Si deve lavorare su questo. Luis Alberto? Abbiamo fatto 12 partite, lui ne ha fatte 8 da titolari e 4 ha giocato almeno 40’. Sta giocando, ma in alcuni momenti la necessità del singolo non corrispondono a quelle della squadra. Speriamo di risolvere tutti i problemi, resta un giocatore importante".

Obiettivi stagionali

“Sono 30 anni che faccio l’allenatore e questa è una delle squadre che più ha mostrato disponibilità. Che il gruppo faccia difficoltà è un altro caso, ma questo è garanzia di lavoro. Bisogna continuare a lavorare. Sono cazzate le parole sugli obiettivi di inizio stagione, le comunicazioni esterne e quelle interne non coincidono. Io dico ai giornalisti cosa può fare comodo, ai giocatori altro. Il ruolo di regista è importante, Leiva è adatto per le nostre caratteristiche. Ha qualche difficoltà perché si giocano a ritmi alti e ha qualche anno. Ma se lui ci garantisce anche un’ora su quei livelli va bene. Cataldi sta crescendo e vanno bene entrambi in quel ruolo fondamentale. Il centrocampo della Lazio? Questi giocatori che sono forti. A Roma spesso si santificano i fenomeni troppo velocemente. Gli devo cambiare la vita, giocavano in un altro modo, e tutto rimane più complicato. Si devono abituare a questo nuovo lavoro. Finché mancano le distanze però, corriamo solo a vuoto. Siamo distanti, partiamo un secondo in ritardo. Ci fanno sprecare energie. Se riusciamo a mettere a puntino queste cose, con un dispendio energetico minore, sarebbe meglio”.

Lavoro sulla testa

"Per risolvere il problema va presa coscienza di avere un problema. Abbiamo tirato fuori dei dati da maggio dello scorso anno, c'è una ripetititivà di certe situazioni. Diminuisce sempre l'intensità dopo gare importanti. Il primo passo è la presa d'atto di incapacità di rimanere su certi livelli o vicino a questi. Il fatto che avvenga con squadre di seconda fascia ci fa pensare che dobbiamo essere più umili. Abbiamo buoni giocatori, ma devono lavorare. È il rischio di tutti i gruppi che sono insieme da tempo, l'assuefazione ti può portare a un calo motivazionale. Il percorso mentale deve essere obbligato, l'obiettivo deve arrivare dalle motivazioni. Dobbiamo darci l'obiettivo più bello al mondo, cioè tirare fuori il 100% di ognuno di noi. Un giocatore ama giocare, quindi potersi esprimere al massimo deve essere la cosa migliore al mondo. Poi dando il massimo vediamo a cosa questo corrisponderà, è un qualcosa che deve essere sentito da tutti. Se un obiettivo diventa di tutti allora scatteranno anche motivazioni totali. I terzini? Tutti stanno giocando con una discreta continuità, Lazzari ha giocato con il Marsiglia, Hysaj ha fatto una panchina e due volte è uscito dopo 50 minuti. Quello di Lazzari è sicuramente il percorso più difficile, Marusic aveva fatto anche il centrale nei 3, era abituato a compiti già difensivi. Lazzari era un puro esterno di grande spinta con meno compiti difensivi, il percorso è più lungo. Siamo con tutta la squadra a metà strada, non facciamo ancora bene quello che è nuovo e abbiamo perso qualcosa di buono di quello vecchio. Il momento è delicato, c'è da fare lo switch e da fare una crescita sul nuovo".


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