Lazio, la scelta giusta di Sarri

Lazio, la scelta giusta di Sarri© Getty Images
Alberto Dalla Palma
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Alla legge dell’Olimpico non possono sottrarsi neanche la Fiorentina e Vlahovic, che falliscono un esame di maturità importante anche se non decisivo, perché la strada intrapresa da Italiano è quella giusta. In casa è proprio un’altra Lazio, che giochi in campionato oppure in Coppa: dopo il ritiro punitivo, provocato dalla figuraccia di Verona, la squadra di Sarri si è rialzata e ha ripreso la sua corsa con lo splendido gol di Pedro, uno dei salva-Sarri dell’ultima ora. Non che il tecnico rischiasse qualcosa, ci mancherebbe, ma questa è una vittoria che può cambiare il percorso della Lazio perché è arrivata con le qualità pretese dal tecnico: l’applicazione, l’energia, lo spirito e l’entusiasmo. Nessuno si è tirato indietro, nemmeno Luis Alberto, finito nel ciclone delle polemiche e, soprattutto, in panchina dopo l’indecoroso ko di Bologna. Era diventato l’unica vittima del calcio di Mau e alla vigilia ancora una volta il tecnico era stato durissimo, forse per stimolare lo spagnolo, poi schierato a sorpresa proprio contro la Fiorentina. E Luis Alberto ha risposto con grande carattere, giocando una partita di sofferenza e mettendosi al servizio del collettivo, fino all’ultimo secondo.

Sarri, con questa scelta, ha lanciato un messaggio importante: stimava e stima il fantasista biancoceleste e non lo vuole perdere. Se lo avesse ancora tenuto fuori, sarebbe stato difficile recuperarlo. Una mossa, quella del tecnico, che va apprezzata, come quella di lasciare Hysaj in panchina nonostante goda della sua fiducia incondizionata: un segnale di intelligenza e di umiltà, Mau sa mettere in discussione anche se stesso e le idee che lo sostengono da anni. Voleva vincere e ha vinto, con la speranza che sabato a Bergamo arrivino segnali di ulteriori progressi invece del solito passo indietro. Ci sarà da fare i conti con la stanchezza, questo è chiaro, perché le alternative non sono molte, soprattutto quelle di qualità, ma a volte i successi posssono asciugare anche le tossine. Tra l’Atalanta e la spedizione di Marsiglia, a metà della prossima settimana, la Lazio si giocherà davvero tanto.

La Fiorentina, che aveva dilagato contro il Cagliari, ha fatto un piccolo passo indietro all’Olimpico, giocando una partita un po’ troppo timida, quasi più attenta a non prenderle che a darle tanto da sbagliare quasi tutte le scelte più importanti in fase offensiva. E questo non appartiene alla filosofia di Italiano, che ha sorpreso tutti escludendo Saponara nonostante l’assenza di Nico Gonzalez. Vlahovic ha avuto il supporto di Sottil e Callejon ma non è mai riuscito a divincolarsi dalla morsa di Acerbi e Luiz Felipe. Il settimo posto, accanto alla Juve, resta sempre il trampolino di lancio verso un rientro in Europa ma la Viola deve trovare più coraggio anche quando deve affrontare le big, con cui spesso è costretta a pagare il conto.


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