Lazio, Reina: "Dopo Verona siamo cambiati. Oggetti in campo? Che pena"

Il portiere spagnolo, leader del gruppo biancoceleste, ha parlato nel giorno della vigilia del match con la Salernitana: "Qui per dare tutto"
Reina (Lazio): 39 anni, 2 mesi, 7 giorni
(in Lazio-Salernitana 3-0)© Getty Images
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ROMA - Parla Pepe Reina prima del match con la Salernitana di domenica alle ore 18 all'Olimpico. Una partita da non sbagliare, una prova di maturità che capita in un buon momento per la Lazio di Sarri. Il portiere spagnolo, in conferenza stampa, ha parlato della sfida ai granata e non solo: "Non sapevo di entrare nella top 20 di presenze dei portieri laziali. Ma a quasi 40 anni i record arrivano quasi da soli. L’importante è essere a disposizione, poi queste cose sono belle, ma la cosa migliore è aiutare la squadra. I giovani portieri? Sono di grande aiuto, per loro è un’opportunità. Hanno il futuro davanti. Adamonis, in particolare, ha fatto un bel passo in avanti ed è migliorato fisicamente e tecnicamente. Lo vedo bene. Per il resto sono ragazzi giovanissimi che stanno iniziando, ma abbiamo un bel rapporto”.

La longevità di Pepe

“La dedizione al lavoro, l’amore per il calcio. Io ne ho fatta una ragione di vita ed è il segreto più normale per un calciatore. Questa è la nostra vita. Ci dobbiamo curare per bene, mangiare bene. Cose che la gente non vede, ma si fanno. La Lazio? Siamo in un periodo di cambiamenti, di accettare le idee di Sarri e accorciare i tempi di adattamento. Poi raggiungere gli automatismi che chiede il tecnico. Nelle ultime tre-quattro settimane ho visto passi avanti e la squadra sta diventando solida. Il primo obiettivo è questo: serve continuità e solo così si potrà capire il valore di questo gruppo. Ultimamente è stato così. Nel futuro? Quest’anno voglio finirlo in Europa e così mi scatta un’altra stagione che è l’obiettivo di tutti. Io voglio dare il 100%, questo è il mio obiettivo. Il resto si vedrà, ma personalmente la cosa che cerco è dare tutto alla Lazio”.

Il rapporto con Strakosha e l’ex compagno Ribery

“Ribery? Un rapporto bello nell’anno che sono stato a Monaco, poi ci siamo ritrovati quando giocava alla Fiorentina. Ci siamo scambiati la maglia, chiacchierato ed è un grande. Mi fa piacere vederlo a questi livelli. La concorrenza con Thomas fa bene a noi e alla squadra. Lo considero un amico e questo fa il bene del gruppo. Si vede che fuori e dentro il campo diamo tutto per la Lazio. Dopo Verona qualcosa è cambiato. Quasi sempre i confronti diretti nello spogliatoio, le riunioni, fanno bene. La squadra ha capito l’importanza di ogni partita, in cui serve atteggiamento giusto e grinta a prescindere dall’avversario. Spero di vedere continuità e determinazione”.

La trasferta di Marsiglia e l’ultima settimana

“Non so le regole in Francia. Peccato che nel 2021 le squadre non possano portare dietro i tifosi per dare una mano. A prescindere dalla società e dal Paese. Un fatto più culturale che sportivo e mi fa pena. Non è bello da vedere, mi dispiace. Il problema è di educazione, sociale, non di calcio. In Inghilterra non ho mai visto queste cose. Succede qua e succede sempre negli stessi campi. Bisogna farsi delle domande. Immobile non mi ha mai segnato? Non ricordo. Con il Napoli ci ha sorriso la fortuna più della Lazio. È la storia, ha capacità di segnare incredibile. Per noi ogni partita è una finale, deve essere quella della vita. Niente obiettivi lontani, così si ragiona meglio. Importante ora battere la Salernitana e andare con tranquillità verso la sosta”.


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