Lazio, Sarri torna a Napoli. I fischi e quel precedente con la Juve…

Il tecnico biancoceleste pronto a rivedere quel pubblico che lo ha tanto celebrato e anche odiato. Era già successo quasi due anni fa
Lazio, Sarri torna a Napoli. I fischi e quel precedente con la Juve…
3 min

ROMA - Per Maurizio Sarri tornare a Napoli sarà come varcare, dopo un lungo viaggio, la porta di casa. Domenica è atteso allo stadio, che nel frattempo lo hanno intitolato a Maradona. Quando c’era lui si chiamava ancora San Paolo. Cambiano i santi, non l’amore e la passione che si respirano lì dentro. Maurizio lo sa bene: tre anni intensi, uno scudetto sfiorato, la magia del bel calcio. Poi l’addio. A Napoli è tornato, ma vestito di Juve. Sacrilegio. Era il 26 gennaio 2020. A distanza di quasi due anni, questa volta da allenatore della Lazio, è pronto di nuovo a presentarsi contro il Napoli da avversario.

Sarri e quel rapporto speciale con Napoli

“Contro il Napoli non sarà una sfida come le altre, questo è evidente”. Sarri, ancora in Russia dopo la vittoria sulla Lokomotiv, già pensa a domenica. Ma come è andata quella prima volta da avversario contro gli azzurri? Vigilia calda, perché i tifosi napoletani mai gli hanno perdonato il tradimento con la Juve. Striscioni in città contro di lui:Sarri gobbo bastardo. Sulla Juve ne hai dette tante ma poi ti sei calato le mutande”. Parole forti che ricordano il suo passaggio in bianconero avvenuto l'estate prima. “Un Comandante di valore non cade in disonore... Ti sei venduto la dignità a chi ha il "Palazzo" di proprietà”. L’allenatore, a San Gregorio Armeno, diventa una statuetta di Giuda vestito con la tuta della Juve. Non mancano nemmeno la sacchetta con i 30 denari. Fischi e applausi, un mix di emozioni durante quel Napoli-Juve. Sarri perde 2-1 con i gol di Zielinski e Insigne. Di Cristiano Ronaldo la rete inutile a tempo quasi scaduto. “Uno cerca di estraniarsi da tutto e da tutti, ma poi è chiaro che per me Napoli rappresenta una tappa particolare. Quindi è sempre piacevole ed emozionante tornarci. La sconfitta? Che sia capitata contro il Napoli non mi dà particolare fastidio. Sono contento per quei ragazzi a cui sono e rimarrò legato per sempre. Se proprio bisogna perdere, meglio che sia contro di loro". Le parole a fine partita.

Sarri, ritorno al passato 2

Sarri quando sceglie la Juve, in maniera indiretta, rompe quel rapporto di magia con il Napoli. Il calcio dei tifosi è questo, fatto di rivalità e senso di appartenenza. L’allenatore a Napoli diventa mito perché è uno del popolo, che sta dalla parte della gente e contro i “poteri forti”. Un masaniello del pallone. Va alla Juve e finisce tra i cattivi. “Maradona è l’unico che è rimasto sempre fuori dal sistema dicendo no alla Juventus come a Blatter, senza mai sedersi a quei tavoli. Resta un’icona. Sarri ha avuto a Napoli per un po’ di tempo la stessa popolarità di Diego. Ma alla fine, dopo aver propugnato l’attacco al Palazzo, è andato a lavorare in quel Palazzo”, le parole dell’attore e regista Massimiliano Gallo, autore del documentario “Maurizio, il Sarrismo - Una meravigliosa anomalia”. Avranno dimenticato i tifosi del Napoli quel tradimento? Si scoprirà domenica. Sarri oggi è allenatore della Lazio e per la seconda volta torna da avversario in quella che è un po’ la sua città. Su il sipario, va in scena un altro capitolo di una storia d'amore, tra una città e un uomo, in un certo senso mai finita.


© RIPRODUZIONE RISERVATA