Immobile, solo lui è in grado di portarci in Qatar

Immobile, solo lui è in grado di portarci in Qatar© ANSA
Alberto Dalla Palma
3 min

Immaginiamo già che cosa ci racconteranno i contestatori seriali che da anni se la prendono con Ciro Immobile, il centravanti della Lazio e della Nazionale campione d’Europa: «Troppo facile segnare contro la Salernitana, questa è una doppietta che non conta, Mancini è ancora senza un vero attaccante». E invece contano, eccome, i due gol dell’Arechi, proprio come tutti gli altri. Quanti sono? Ve lo diciamo noi, rinfrescando la memoria dei contestatori a prescindere: 140 in serie A con la maglia della Lazio, in cinque anni e mezzo, che diventano 170 se ci mettiamo dentro le partite di coppa Italia, di Europa League e di Champions League. Chi ha fatto meglio della Scarpa d’Oro 2020? Da noi, ovviamente, nessuno. Ma due altri cannonieri sì, ci sono, in giro per il mondo: Lionel Messi e Robert Lewandowski.

Per tutto il movimento del calcio italiano, Immobile dovrebbe rappresentare un motivo di orgoglio e invece, in estate, era diventato quasi la zavorra della nostra Nazionale: 26 campioni d’Europa, meno uno. Eppure aveva segnato 2 gol, come Chiesa, Insigne, Locatelli e Pessina, tutti celebrati, giustamente, come meritavano. Ciro no: era un peso, l’attaccante sbagliato per una squadra che giocava in orizzontale invece che in verticale, come la Lazio di Inzaghi. Qualcuno, addirittura, ha tentato anche di convincere Mancini che Ciro non fosse all’altezza, nonostante numeri che potevano far arrossire tutti gli altri suoi rivali e in particolare Belotti con cui condivideva la maglia numero 9 azzurra. E lo faranno anche nelle prossime settimane, ne siamo certi, in attesa degli spareggi mondiali contro la Macedonia e il Portogallo (o la Turchia). I contestatori seriali ci parleranno dei bomber del futuro, che sono Scamacca e Raspadori - bravissimi, ci mancherebbe: dopo il Qatar toccherà a loro - dimenticando che in ballo c’è un Mondiale e che nessuno è più forte di Immobile, dati alla mano: con le due reti di ieri (che potevano diventare quattro se Ciro non fosse stato fermato dalla traversa e da Belec), è arrivato a 17 in campionato in 18 partite, oltrepassando per la sesta stagione consecutiva quota 15 (altro record condiviso, per ora, con Messi e Lewa). La speranza dello stesso Mancini, adesso, è che Ciro arrivi a fine marzo in queste condizioni, altrimenti sì che sarebbe dura oltrepassare gli ostacoli che ci separano dal Mondiale.
     

Del successo della Lazio a Salerno c’è poco altro da aggiungere, se non che si può giocare anche con Luis Alberto e mantenere gli stessi equilibri che desidera Sarri: sarebbe stata impari anche una sfida contro la squadra titolare, comunque ultima in classifica, figuriamoci poi davanti a una rivale che Colantuono ha riempito di riserve.


© RIPRODUZIONE RISERVATA