FORMELLO - Lotito raddoppia e si moltiplica: «La Lazio non ha criticità, vengono create all’esterno, e non ne avrà fin quando ci starò io. E purtroppo per voi ci sarò finché mi assisterà la salute, poi spero di farmi sostituire da mio figlio. Mi dovete sopportare e se c’è interesse sia rappresentata la realtà di ciò che facciamo». Mai dire Lazio senza Lotito, non lo consente. Si è confermato presidente a vita ribadendo la sua definitività alla guida della società, l’ereditarietà familiare del suo titolo e rinnovando l’ossessione dei tifosi oppositori. Con un interminabile monologo, il solito saggio di filosofia di se stesso, ha avvertito i contestatori, chi lo vorrebbe altrove, e ha denunciato accanimento a margine della conferenza stampa di presentazione del ritiro di Auronzo (confermato per il 15º anno): «Da 18 anni sono presidente - ha arringato Lotito - altre società hanno avuto avvicendamenti. Quando sono arrivato non c’era nulla, c’erano le panche di legno negli spogliatoi, oggi vedete cosa c’è. Significa che abbiamo lavorato con dedizione e sforzi, sacrificando le vite personali, impegnando risorse. Tutto però passa in secondo piano. Qui siamo in un Paese in cui si valutano solo i proclami, poi se non si trasformano in realtà nessuno lo ricorda. Non abbiamo atteggiamenti roboanti, parliamo coi fatti, che però vengono tradotti in malo modo. C'è un atteggiamento volto alla demolizione, nei nostri confronti non c’è una valutazione obiettiva. Sono disgustato da chi rappresenta cose difformi rispetto alla realtà». Lotito, senza far nomi, si è scagliato contro la spietatezza dei critici, a suo avviso alcuni interessati: «Va riconosciuto il lavoro fatto dalle persone. Perché non viene fatto? Nella vita ci sono spettatori, comparse e protagonisti, la Lazio è protagonista e voglio che emerga la verità. Il giudizio deve essere obiettivo, non di parte e per interessi personali. Chi critica prima aveva la mano tesa per avere una collaborazione con la Lazio, l’80% delle persone è così. Facciamo le cose nell’interesse di tutti, se sbagliamo ci possono essere considerazioni negative, possono essere uno stimolo. Ma non è possibile che tutto vada male». Lotito se l’è presa soprattutto con l’etere romano: «Credo inoltre che una parte dei risultati e delle situazioni che si sono create dipendano anche dall’aspetto ambientale. Se continuiamo ad essere trattati solo in via subordinata ad altre realtà, non si fa il bene del club. La realtà è totalmente diversa da come viene raccontata. Ci si rende conto, ascoltando radio e programmi vari, che è un trattamento avvilente quello riservato a questo club. Passa tutto in secondo ordine e quello che gli altri fanno diventa tutto un demerito nostro. Noi non siamo secondi a nessuno».
Il bilancio e Sarri
Lotito ha preso tempo, aspettando la partita di stasera col Verona, per tracciare un bilancio definitivo (per il quinto posto serve almeno un punto). Un po’ di rammarico l’ha confessato, senza avere il timore di amareggiare Sarri: «La stagione finisce domani (oggi, ndr), vediamo quale sarà il posizionamento definitivo. Abbiamo qualche rammarico, la squadra era attrezzata per poter fare molto bene, i cambiamenti portano assestamenti, hanno portato momenti che non ci hanno fatto raggiungere i risultati sperati, nell’economia generale abbiamo raggiunto un posizionamento tale che non ci fa rimpiangere eccessivamente le aspettative». La cena di giovedì 12 maggio con Sarri è stata utile per definire il piano mercato e mettere a punto il rinnovo del tecnico. Il contratto è pronto. Lotito e Mau potrebbero vedersi domenica e firmare in settimana, restano da definire gli ultimi dettagli legati ad alcune clausole, sarebbe prevista una doppia “exit strategy” (valida per entrambi) per decidere di proseguire o meno il rapporto. L’accordo sarà fino al 2025, l’ingaggio da 3,5 milioni più bonus. Il presidente ha garantito che ricostruirà la Lazio: «Il futuro è legato a una logica completamente diversa, il cambio di area tecnica ha portato anche ad un cambiamento degli interpreti, cosa che verrà ulteriormente fatta. Tenendo in piedi l’ossatura principale e i calciatori più rappresentativi per qualità e attaccamento alla maglia. Stiamo lavorando per migliorare gli obiettivi, speriamo di migliorarci il prossimo anno». A fine conferenza, Lotito in versione Cicerone. Tour guidato del nuovo centro sportivo, illustrazione trionfale del garage hi-tech, del Lazio Lab, degli spogliatoi a 5 stelle. Il centro presto sarà svelato al mondo con un documentario (realizzato anche in lingua inglese per l’estero): «Oggi Formello è il centro sportivo più grande d’Italia e il più organizzato, ma nessuno lo dice», il saluto del Lotito spazientito.