Calciomercato Lazio, Marcos Antonio scalpita: l'erede di Leiva è pronto

Il nuovo play è in Brasile, lavora in palestra e aspetta il via libera per raggiungere Roma. Poi le visite mediche e la firma
Calciomercato Lazio, Marcos Antonio scalpita: l'erede di Leiva è pronto
Daniele Rindone
3 min

ROMA - Ha le valigie pronte Leiva, alle prese col trasloco che lo porterà dall’Olgiata in Brasile. Ha le valigie pronte Marcos Antonio, scelto come suo erede, aspetta il via per lasciare il Brasile e raggiungere la Lazio. Il jolly brasiliano, fantuttone del centrocampo, sbarcherà a Roma per sottoporsi alle visite mediche e firmare un contratto di cinque anni. Gli accordi con lo Shakhtar sono in via di definizione, guerra permettendo. Marcos Antonio costerà alla Lazio 9 milioni pagabili in alcune rate, è un investimento per il presente e per il futuro. Compirà 22 anni il 13 giugno, è alto 1,66, è un regista dinamico. Nasce mezzala, è considerato un jolly perché può adattarsi da regista e da trequartista. Sarà Sarri a lavorarci nel ritiro di Auronzo, a partire da luglio. Ne ha condiviso l’acquisto, lo testerà dal vivo. Marcos Antonio si è fatto conoscere nello Shakhtar, era stato acquistato dai portoghesi dell’Estoril Praia, ha giocato 6 partite in B prima di fare il salto in Ucraina. Con lo Shakhtar ha totalizzato 101 partite, ha esordito in A e in Europa con Fonseca, lo voleva alla Roma. E’ stato cresciuto da Luis Castro e De Zerbi ne stava apprezzando le qualità prima dello stop bellico.

L'attesa

Marcos Antonio si sta allenando in Brasile, posta immagini mentre lavora individualmente. Vuole arrivare pronto ad Auronzo, è fermo da dicembre, dall’11. L’ultima partita di campionato, contro l’Oleksandriya, l’ha giocata subentrando. Veniva lanciato al posto di Stepanenko o Maycon, centrali nel 4-2-3-1. Sono trascorsi cinque mesi, sono tanti. Da allora non ha mai giocato e s’è allenato poco in gruppo. Lo Shakhtar ad aprile si è ritrovato in Turchia, hanno disputato delle amichevoli. Nei mesi scorsi ha raccontato cosa ha passato assieme agli altri stranieri del club ucraino. Sono scappati dopo lo scoppio della guerra: «Ero a casa dopo essere tornato dall’allenamento, ero tranquillo. A fine serata abbiamo ricevuto l’informazione che il campionato si sarebbe fermato. Non sapevamo cosa ne sarebbe stato di noi, se ce ne saremmo andati o meno. Il giorno successivo ci sarebbe stato un incontro con il club, ma non c’è stato tempo. Intorno alle 4 del mattino il mio cellulare ha squillato più volte, la mia famiglia mi chiamava disperatamente, guardava il telegiornale, sapeva dell’invasione di Kiev. Mi sono svegliato disperato, con diversi messaggi sul cellulare. Ho preso tutti i documenti, sono andato da un mio compagno, Marlon, viveva nel mio stesso edificio». La fuga. Lo Shakhtar si è attivato all’alba: «Abbiamo aspettato fino alle 6 del mattino - è la seconda parte del racconto di Marcos Antonio - poi abbiamo ricevuto un messaggio dallo staff del club che voleva che andassimo in un hotel». Dopo qualche giorno la fuga in treno: «Siamo andati a Cernivci, poi in autobus in Moldavia e in Romania». L’incubo è finito, ora spazio solo ai sogni. Marcos Antonio si prepara al salto nel grande calcio europeo. Con lo Shakhtar ha esordito in Champions (12 presenze) e in Europa League (10). La serie A è il primo campionarto d’élite in cui si metterà alla prova.


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