Lazio, Basic e il secondo anno per la consacrazione: Sarri lo aspetta

Dopo la prima stagione di ambientamento il croato è pronto a diventare un titolarissimo della squadra biancoceleste
Lazio, Basic e il secondo anno per la consacrazione: Sarri lo aspetta© LAPRESSE
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La prima stagione è servita per l’ambientamento, la seconda deve diventare quella della consacrazione. Basic è alla ricerca della conferma di una regola non scritta nel mondo Lazio dell’ultimo decennio, quella che hanno già vissuto sulla propria pelle alcuni tra i suoi attuali compagni di squadra più illustri. Si tratta della “Legge del secondo anno”, non una formula matematica esatta, ma una tendenza confermata da alcune riprove che può far ben sperare di veder realizzata la profezia di Maurizio Sarri: «Rappresenterà il futuro della Lazio. Ne sono certo, anche se magari avrà bisogno di più tempo rispetto a quanto inizialmente previsto».

Precedenti illustri

Nel caso non sarebbe certo il primo, soprattutto nel reparto di centrocampo, a mostrare tutto il suo splendore dopo un anno di rodaggio. Prima di lui, ad esempio, è successo a Luis Alberto e Milinkovic. Quando lo spagnolo arrivò in Italia nell’estate 2016 dal Liverpool (ma giocando la stagione precedente in prestito al Deportivo La Coruña), l’adattamento fu a dir poco traumatico (382 minuti totali, 1 gol e 2 assist), tanto da indurlo a pensare di dare l’addio al calcio. Fortunatamente, ci ripensò e Simone Inzaghi scoprì le potenzialità del “Mago”, che chiuse l’anno successivo con 12 gol e 19 assist tra campionato e coppe (ancora oggi la sua miglior stagione in assoluto). Discorso simile per Sergej, arrivato a Roma con un’estate d’anticipo rispetto a Luis Alberto, quando in panchina c’era ancora Stefano Pioli. L’attuale allenatore del Milan lo mandò in campo per 2347 minuti complessivi, ma quel ragazzino serbo segnò solamente 3 gol (di cui uno solo in campionato) e servì un assist: decisamente diverso il rendimento della sua seconda stagione laziale, conclusa con 7 reti e 8 assist tra Serie A e Coppa Italia. Due precedenti di un certo spessore, insomma. Dei quali Basic spera di poter ripercorrere le orme.

Secondo anno

La prima stagione di Toma alla Lazio è stata tutto sommato positiva, il centrocampista croato è riuscito a guadagnarsi gradualmente spazio, mettendo insieme alla fi ne 1414 minuti: ha segnato una sola rete (in Europa League contro la Lokomotiv Mosca) e servito tre assist, ma soprattutto ha lavorato tanto per adeguarsi ai nuovi standard richiesti in un nuovo campionato, con un allenatore esigente come Maurizio Sarri. Il Comandante lo apprezza e lo ha detto pubblicamente incoronandolo come futuro leader della squadra biancoceleste. Ora però Toma è chiamato al salto di qualità e il possibile sacrificio di almeno uno tra Milinkovic e Luis Alberto potrebbe aprirgli le porte per ottenere maggiore continuità e ancora più fiducia. Toccherà a lui sfruttare le occasioni che gli capiteranno, stavolta partendo direttamente dalla preparazione estiva ad Auronzo di Cadore, quella che l’anno scorso saltò in quanto ancora di proprietà del Bordeaux (per via dei problemi legati all’indice di liquidità). Sarà certamente un vantaggio, un valore aggiunto che gli permetterà di creare i presupposti per quello scatto in avanti che tutti alla Lazio si aspettano da lui. E poi c’è quella “Legge del secondo anno” che può dare una mano. Non una formula matematica, è vero. Ma nell’ultimo decennio ci sono già state almeno due riprove straordinarie della sua validità.


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