Lazio, nessuno al ritmo di Felipe Anderson: 48 su 48

Ha giocato sempre tra Serie A e Coppe. In campionato ha superato il suo record: al massimo era arrivato a 36 presenze (in due stagioni). Sarri lo considera un valore aggiunto: sa che può risolvere le partite da solo e alla squadra biancoceleste serve questo
Lazio, nessuno al ritmo di Felipe Anderson: 48 su 48© LAPRESSE
Marco Ercole
4 min

ROMA - Trentotto su trentotto, anche se con un interruttore ancora un po' troppo traballante. Di sicuro un en plein così non l'aveva mai centrato. Ci è voluto Sarri, con annesso ritorno alla Lazio, per consentire a Felipe Anderson di trovare una continuità di impiego unica nella sua carriera.

Interruttore

Sì, nel corso della stagione ci sono stati dei cali di concentrazione e di rendimento, quei classici momenti sull'altalena descritti con una metafora dall'allenatore biancoceleste: «È come un giocattolo con i pulsanti on e off. Quando è acceso può giocare in qualsiasi ruolo, ma quando vive i blackout è difficile capire come intervenire. È Lui è molto delicato e sensibile, quindi anche provare a fargli del bene può diventare rischioso, c'è la possibilità di ottenere l'esatto contrario». Dura fare i conti con la versione "spenta", quella fastidiosa e a tratti indolente che aveva caratterizzato lunghe fasi della sua prima avventura laziale. La sua fortuna è che le alternava con periodi un po' più concentrati in cui sembrava di trovarsi di fronte a un vero e proprio fenomeno, uno di quelli capaci di vincere le partite da soli.

En plein

Nel campionato appena concluso Felipe ha trovato una sorta di equilibrio tra queste due condizioni agli antipodi, una via di mezzo che gli ha consentito di brillare in determinate situazioni e di essere capace di gestirsi in altre, con molti meno momenti di blackout profondi. Ed è grazie a questo salto in avanti dai punti di vista della maturità, della mentalità e della capacità di restare concentrato che Felipe Anderson ha chiuso la sua Serie A senza saltare una sola partita. Ha collezionato 38 presenze, di cui 34 partendo da titolare e 4 entrando a gara in corso. C'è sempre stato, insomma, unico calciatore della Lazio ad aver centrato questo piccolo traguardo, secondo per minutaggio solamente a Milinkovic, che pur con una presenza in meno è rimasto in campo per 3300 minuti totali (recuperi compresi), contro i 3055 del brasiliano. L'en-plein è stato celebrato ieri anche dall'account social del campionato italiano con un tweet: "38/38. Felipe Anderson: presenza costante".

Record

Non l'aveva mai avuta prima una simile costanza. Al massimo era arrivato a 36, quota raggiunta due volte, una con la Lazio (2016/2017) e l'altra con il West Ham (nel suo primo anno di Premier League, il 2018/2019). Ma non è finita, perché Anderson non è stato onnipresente solo il campionato, ma nell'intera stagione: non ha saltato un solo match quest'anno considerando pure gli 8 di Europa League e i 2 di Coppa Italia. È l'unico giocatore della squadra di Sarri che può vantare una statistica simile, quella di 48 gare su 48. Un'ulteriore conferma della piena fiducia da parte del tecnico su di lui. D'altronde era stato proprio il Comandante a chiedere il suo ritorno a Roma, convinto nelle potenzialità di quel ragazzo che negli ultimi anni si era perso tra Inghilterra e il prestito al Porto. Questo perché nella mente dell'allenatore c'era la versione con l'interruttore acceso, quella di un giocatore capace di risolvere le partite da solo. L'obiettivo di Sarri è arrivare al punto di mantenerla attiva per tutta la stagione.


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