Lotito sicuro: "Farò lo stadio della Lazio"

Entro un paio di mesi consegnerà il progetto al Comune di Roma. Il Flaminio? Solo a tre condizioni
Lotito sicuro: "Farò lo stadio della Lazio"© ANSA
Fabrizio Patania
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ROMA - Due mesi, forse meno, per studiare il nuovo Stadio delle Aquile e consegnare un progetto al Comune di Roma. Dove prenderà forma e in quanto tempo, è troppo presto e azzardato stabilirlo. Lotito, in merito al risultato finale, non ha dubbi. Una sentenza. «Farò lo stadio. Come ho già ricostruito il centro sportivo che tutti ci invidiano». Difficoltà superiori ma il sussulto d’orgoglio targato Formello, dentro una telefonata classica per mettere dei paletti nel solito mare d’incertezze di casa Lazio, svela la notizia del giorno. Forse l’unica su cui ragionare senza perdersi dietro al labirinto riempito dai dubbi di Romagnoli, dalla cessione probabile di Acerbi, dal vice Immobile e dalla trattativa durissima per Carnesecchi. Lotito ha ripreso a pensare allo stadio e ne ha parlato, per la prima volta, con il sindaco Gualtieri. L’incontro in Campidoglio risale a lunedì scorso e ha creato i presupposti per il dialogo, riavviato dalla Lazio dopo le intense relazioni diplomatiche della scorsa estate con la precedente giunta e la Raggi, un paio di mesi prima che scadesse il suo mandato.

Condizioni

Sul tavolo, come risaputo, c’è la possibile ricostruzione del Flaminio, impianto nel cuore del popolo laziale. Significherebbe tornare a casa, creare un nido biancoceleste in pieno centro a Roma, non troppo lontano da Piazza della Libertà, dove nacque il club nel 1900. Le possibilità, bisogna essere onesti, sono ridotte. Lotito le percorrerà e il sindaco Gualtieri anche, nei limiti e nelle possibilità che la legge e la convenzione (rinnovata nel 2020 e in vigore sino al 2049) consentiranno, ma non sarà facile superare certi vincoli che appartengono alla famiglia Nervi. La Lazio, nelle intenzioni, fisserà tre condizioni indispensabili. La prima è relativa alla capienza: Lotito immagina un impianto in grado di ospitare 35-40 mila spettatori. La seconda è legata alla copertura: non c’è stadio Uefa in Europa che non sia coperto, altrimenti significherebbe tornare allo stadio con l’ombrello (vietato dalla norme attuali) come succedeva negli anni Ottanta. La terza: un garage multipiano, di circa 5 mila posti macchina, da creare nella zona limitrofa allo stadio (tra Palazzetto dello Sport e Auditorium) per evitare di congestionare viabilità e parcheggi stradali in una zona peraltro servita da autobus, tram e con la metropolitana vicina. Ecco i nodi principali da superare. Il Flaminio, rispettando l’architettura e il disegno originale, come chiede la famiglia Nervi, è coperto solo nella tribuna centrale e non può essere “alzato” di molti metri. Significa guadagnare poca capienza rispetto ai circa 25 mila posti a sedere garantiti sino a quando era utilizzato per il rugby e non è diventato un rudere.

Sviluppi

Se non cadono o non vengono ammorbiditi certi vincoli, cade l’interesse aziendale della Lazio come è già successo nel caso della Roma. Toccata e fuga. Chi costruirebbe uno stadio di Serie A e per giocare in Europa con le tribune scoperte e appena 25 mila posti? La risposta è automatica: nessuno. Gualtieri e Lotito si sono lasciati con un aggiornamento alle prossime settimane, forse durante l’estate o subito dopo. Il termine di un mese, secondo le indiscrezioni circolate, per la società non corrisponde alla realtà. Non sono stati posti ultimatum dall’amministrazione capitolina. Il sindaco potrà ragionare o provare a sensibilizzare la famiglia Nervi, ma più di tanto non può incidere. La Lazio presenterà il progetto entro settembre. Se sarà compatibile o meno con il Flaminio, bisognerà verificarlo, altrimenti verrà portato avanti da Lotito per un’altra area urbana, non ancora identificata, anche se tutti gli elementi portano verso i terreni di sua proprietà sulla Tiberina: nel caso andrebbero superati i vincoli paesaggistici e i problemi idrogeologici che bloccarono il progetto nel 2005. Un dato è certo: la Lazio è entrata in azione e sta per ripassare la palla al Comune di Roma. Al Flaminio o da un’altra parte, purché si costruisca lo Stadio delle Aquile.


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