ROMA - L’eterno dilemma: Milinkovic sì, Milinkovic no. E’ un nodo che avviluppa e contorce. E’ un dubbio che fa arrovellare Sarri e i tifosi. Non ci sono offerte, non è cambiato nulla. Ma nessuno si sente di scommettere sulla permanenza di Sergej né sulla sua sua partenza. Milinkovic si è allenato ad Auronzo, fisicamente ha carburato con il passare dei giorni. Ha parlato spesso con Sarri, ricevendo conferma di una fiducia incondizionata. E Mau non ha avuto da ridire in quanto a impegno e fervore. I compagni, in campo e fuori, non hanno notato flessioni di nessun tipo né abbassamenti d’umore. Anzi, c’è chi ha notato concentrazione sul presente e curiosità sul futuro del club. E’ meno condizionato rispetto al passato. Milinkovic a maggio aveva comunicato alla società e a Sarri la volontà di provare una nuova esperienza. Non ha cambiato idea. E’ tentato dalla voglia di provare nuove motivazioni, di cambiare campionato, è solo questo che anima il desiderio di partire. Se non accadrà, si allineerà al nuovo progetto. In questo caso, paradossalmente, i grattacapi li avrebbe Lotito. Si assicurerebbe la permanenza di Milinkovic, ma rinuncerebbe all’ultima occasione per venderlo a cifre multimilionarie. Sergio è in scadenza nel 2024 e la possibilità che firmi il rinnovo è sempre più remota stando a quanto filtra dal suo entourage.
I tempi
Non c’è una deadline di mercato oltre la quale la società non ascolterà eventuali offerte. Il mercato si concluderà l’1 settembre, in pieno campionato. Lotito non è nelle condizioni ideali per dettare aut aut e Kezman, manager di Sergej, vuole tenere ogni pista aperta. Sta lavorando sottotraccia, ha smentito sbarchi imminenti a Roma. Non ci sono offerte ufficiali, ci sono manifestazioni d’interesse e rimbalzano dalla Premier. Arsenal e Newcastle sono i club che si sono fatti avanti con il procuratore. Non sono destinazioni gradite al giocatore, vuole esibirsi in Champions. Il doppio viaggio di Tare a Londra, datato giugno, era servito per sondare le intenzioni del Chelsea. C’è da fare attenzione al Manchester United. Ten Hag aveva chiesto De Jong, l’olandese a sorpresa ha rifiutato la chiamata del suo ex allenatore. Erano stati stanziati 65 milioni cash più bonus. Neppure il Manchester giocherà la Champions, ma può garantire i soldi che farebbero capitolare Lotito. Sempre che vengano offerti. E’ un pericolo che aleggia, già in passato il Manchester ha pensato a Sergej e dopo la partenza di Pogba si era ipotizzato un nuovo assalto. Non c’è stato. Ten Hag puntava De Jong per ricostruire parte dell’Ajax dei miracoli di qualche anno fa.
La chiave
Il centrocampo resta la chiave della fase 2 del mercato della Lazio. Lotito non si muoverà fin quando non si chiuderanno cessioni, maggiori o minori che siano. La partenza di Sergej, nei piani fissati con Sarri, avrebbe permesso al club di lanciare l’assalto a Udogie dell’Udinese. Gioca esterno a tutta fascia nel 3-5-2, Mau ha le sue visioni e lo vede esterno basso. Costa 20 milioni, solo un incasso record permetterebbe di presentare un’offerta convincente. Difficilmente da 20 milioni. Una parte dei soldi che genererebbe la partenza di Milinkovic servirebbe per sostituirlo e dare respiro alle casse dopo i 45 milioni spesi. Sarri, per sostituire Sergej, ha un sogno: è Zielinski del Napoli. De Laurentiis chiede 40 milioni, Lotito proverebbe a offrire 30 milioni. Il mercato della Lazio è diventato una guerra di figure tecniche, dirigenziali e di ombre. Tare aveva individuato in Luka Sucic un papabile per sostituire Sergej, gioca nel Salisburgo, ha 19 anni ed è una delle stelline del mercato. Sarri vuole puntare su un giocatore pronto, esperto, già rodato in serie A. Gli ultimi colpi di mercato attesi da Mau sono legati al futuro di Milinkovic e di Luis Alberto. Il Mago può andare solo al Siviglia, sempre che si faccia vivo, offre Oliver Torres nell’affare. Sarri vuole Vecino, serve la partenza di Akpa Akpro. Forse alcuni intrecci sono inestricabili.