Lazio, Luis Alberto e Sarri: confronto e patto di stabilità

L'allenatore biancoceleste e il suo numero 10 si sono confrontati: così è nato un nuovo accordo. Il fantasista non pensa più al mercato adesso deve rilanciare le sue quotazioni in campo
Lazio, Luis Alberto e Sarri: confronto e patto di stabilità© Marco Rosi / Fotonotizia
Daniele Rindone
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ROMA - Insieme a te non ci sto più. Ma solo per poco. La storia Luis Alberto-Sarri è una storia piena di rotture, di rapporti e di scatole. Di incompatibilità e di complicità, di scuciture e ricuciture, di arresti e ripartenze. Oggi come ieri il Mago s’è rimesso in pista dopo una nuova estate di tormenti scatenati dal solito desiderio di tornare a Siviglia. Resterà, lo ha annunciato il diesse Tare domenica, prima del match col Bologna. Anche Lotito ha spinto affinché una voce ufficiale del club chiudesse la telenovela per spegnere i rumors e spingere lo spagnolo a concentrarsi sulla Lazio. Luis Alberto ha parlato anche con Sarri, è di nuovo riallineato. Più volte Mau ha censurato le sue reazioni estive, le lamentele (anche plateali) dopo le sostituzioni. E altrettante volte l’ha invitato a rispettare compagni e scelte. L’ha fatto anche di recente, non accetterà polemiche. L’indipendenza del talento deve far rima con disciplina, in allenamento e in partita.

Il ruolo di Luis Alberto

È nato un patto di stabilità, comportamentale e tattica. Sarri sa più di tutti quanto il Mago, nella versione sublime e non intrattabile, sia un pezzo unico della sua collezione di centrocampisti. Ma quest’anno, con l’arrivo di Vecino (voluto espressamente da Mau), il posto non è assicurato. Non è solo una questione di atteggiamenti, anche di strategie calcistiche. Sarri, fin dal ritiro di Auronzo, ha pensato ad un doppio centrocampo: uno da progettare nelle partite in cui sarà più semplice costruire, uno da utilizzare quando servirà più equilibrio e si dovrà tenere botta, magari nei big match. Luis Alberto sarà scelto secondo esigenze, si alternerà con Vecino e Basic. Lo stesso varrà per Cataldi e Marcos Antonio. Il primo obiettivo del tecnico è averli tutti al massimo. Il Mago ha vissuto una nuova estate difficile: prima lo stralunamento di mercato e l’impatto soft, poi i problemi fisici riscontrati nei giorni in cui era atteso a Formello dopo il mini-ritiro estero. Vecino è arrivato in corsa, era svincolato, si è allenato in Uruguay con Cavani, non aveva disputato partite. Sarri lo sta vedendo meglio in allenamento, è tentato dall’idea di lanciarlo a Torino. Col Bologna è entrato nel finale, scalpita per esordire da titolare. In corsa c’è sempre Basic, sacrificato domenica dopo l’espulsione di Maximiano. Ma Vecino entrerà nel giro dei titolari.

Luis Alberto e la disponibilità

Per tornare a Luis, l’ha capito anche Sarri com’è fatto, pur non facendosene una ragione. Si perde, si ritrova. Fa tutto da solo. Si allontana, ritorna. Dà il minimo e poi il massimo. Si impegna, si scatena. Domenica è entrato in corsa, già prima tutti avevano apprezzato il modo in cui ha consolato Maximiano dopo il rosso, l’incitamento garantito ai compagni. «Dice che piano piano si sta risentendo al 100% uno di noi. Ha fatto un ingresso importante, facendo delle cose che non sono nelle sue caratteristiche», è stata la celebrazione di Mau, sempre attento a elogiare il Mago quando lo merita. Non è nelle sue caratteristiche fare il regista, eppure è entrato nell’azione del gol di Ciro, orchestrata con Milinkovic. E da quattro giorni è attivo sui social. «Questo è solo l’inizio», ha scritto dopo la prima vittoria. «Allenamento del martedì completato, prossimo obiettivo Torino-Lazio», ha aggiunto due giorni fa. «Come one eagles», è stato l’ultimo urlo, corredato da foto scattate durante un allenamento.

La rivoluzione di Sarri

Non è un mistero che nella rivoluzione pensata da Sarri il prescelto per sostituire Luis era Ilic del Verona. Lo è ancora, ma senza la cessione del Mago è impossibile chiuderne l’acquisto. Lotito si è mosso anche per Lo Celso prima che andasse al Villarreal. Alla fine rimarrà lo spagnolo in un centrocampo più folto e con un vero regime concorrenziale. 


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