Lazio, Luis Alberto chiede un posto da titolare

Un’estate turbolenta, poi ha iniziato a regalare ai biancocelesti colpi di classe Non aveva posto, sfrutta lo spazio concesso. E fa impazzire tutti di gioia
Lazio, Luis Alberto chiede un posto da titolare© Getty Images
Daniele Rindone
4 min

ROMA - È il Mago più “matto” del mondo: «Sono matto? Va bene, se la gente lo dice ok. Preferisco essere matto, ma sincero». Fa impazzire tutti Luis Alberto, il Mago dei gol da matto che rendono tutti un po’ folli. C’è tutto di lui in quel destro d’esterno, buttato lì, colpendo a mezz’aria, scuotendo l’incrocio alle spalle di Handanovic. «Sei pazzo», gli ha urlato Immobile guardandolo come un matto. Il trucco c’è nei gol del Mago ed è questo: hanno tutta la sua magia, hanno tutta la sua follia. Quel capolavoro resterà stampato nel cuore e negli occhi di laziali e non. Sono di Luis Alberto i numeri più applauditi, di bellezza ineguagliata. Si sa tutto di lui, di cosa fa e di cosa a volte non fa. Divide il normale dallo speciale, trasforma in oro quello che sfiora quando non raggiunge punte di irrequietezza e tocca punte di sublimità.

La rivoluzione Sarriana

Dalla rivoluzione sarriana di quest’estate ne era uscito senza posto fisso, panchinaro, con Ilic prescelto per soppiantarlo. Era certo di giocarne poche da titolare quest’anno, Luis Alberto. E magari sarà davvero così. Ma Sarri, mica è matto, già col Bologna non ha potuto rinnegare la logica, elementare, di affidarsi ai più forti. Il Mago, entrando e giocando per un totale di 25 minuti, aveva confezionato il 2-1 di Immobile duettando con Milinkovic. A Torino, in una sera da trincea, gli erano stati concessi solo 7 minuti, pochi per chiunque eppure aveva spaventato i granata con i corner tagliati, duettando con Pedro, provando a lanciare in porta Immobile. Con l’Inter il Mago è stato sganciato dopo 13 minuti dall’intervallo e dopo 17 minuti ha colpito. E’ diventato l’asso dei match-ball, è impensabile che possa fare tappezzeria. Sarri si è concentrato innanzitutto sulla fase difensiva “tagliando” il numero 10. Il tocco fino lo sta aggiungendo nei secondi tempi, almeno per ora armonizza in corsa: «Abbiamo acquisito ordine, compattezza, poi il giorno in cui verrà fuori la qualità dei giocatori offensivi si parlerà d’altro». Si parlerà soprattutto di Champions.

Le mosse di Sarri: così ha ricostruito la Lazio

Sarri e lo scacco matto contro l’Inter

Le mossa da scacco matto contro l’Inter sono arrivate quando sono entrati Luis Alberto e Pedro. Le emozioni sollevate dai loro tocchi hanno infiammato ancora di più l’Olimpico. Il clima speciale sugli spalti non è stato disgiunto dal gioco che la Lazio ha iniziato a esprimere in campo anche sfruttando il palleggio agile di Marcos Antonio, altro talento tecnico, utile nei cinque minuti finali, quando ha colpito Pedro. Si è divertito come un matto Luis Alberto, si è lanciato sotto la Nord, ha indicato nome e numero, ha chiesto ai laziali di urlarli, ha lanciato baci galanti con un soffio. La tentazione di ogni estate estenuante, il passaggio al Siviglia, svanisce sempre più dopo notti così: «E’ stato il gol più bello della mia carriera. Quest’estate hanno parlato tutti di me, io preferisco parlare sul campo. Faccio di tutto per aiutare la squadra, ora mi sta capitando di giocare di meno ma la stagione è ancora lunga. E’ il momento di crescere e di far bene», ha detto con l’eleganza del signore d’altri tempi. Luis Alberto non ti pianta in asso sul più bello. Chiede spazio, già a Genova. C’è un tempo per tutto, per le follie e per le magie. Ora il Mago vuole farci divertire da matti.


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