Lazio, tanto possesso ma pochi gol

LAZIO - Maurizio Sarri schiererà il suo classico 4-3-3 affidato al trio Zaccagni-Immobile-Felipe Anderson© Getty Images
Alberto Dalla Palma
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Se si potessero vincere le partite con il possesso palla e non con i gol, la Lazio sarebbe una delle grandi favorite per la conquista dello scudetto. Un possesso talmente ossessivo, anche a Genova, che ad un certo punto lo stesso Immobile, sull’-1-0, invece di tirare in porta ha cercato l’ultimo passaggio dentro l’area, come se si fosse accontentato dell’aggancio a Batistuta (184 gol). E alla fine, al primo errore collettivo che ovviamente ci può stare, Gabbiadini ha pareggiato impedendo ai biancocelesti di mantenere il primo posto che avevano conquistato con la strepitosa vittoria contro l’Inter. Forse esaltata da quella notte davanti al suo vecchio maestro Inzaghi, la Lazio a Marassi si è talmente celebrata davanti allo specchio che non ha pensato di chiudere la partita. Segni tu, no segno io, aspetta che ti metto davanti alla porta e così è finita male, nonostante un dominio assoluto che non può essere messo in discussione.

Ma alla fine contano i gol e la Samp, con due tiri in porta, ha capitalizzato al massimo il suo tentativo di gioco ostruzionistico: difendere, difendere, difendere, cos’altro avrebbe potuto fare Giampaolo dopo la batosta di Salerno? Dopo l’1-0 sul talentuoso assist di tacco di Sergej, Immobile ha preso un palo nel tentativo di piazzarla, poi si è stranamente dedicato al gioco altrui rinunciando ad altre stoccate da buona posizione. A 184 vede sempre più vicina quota 200, obiettivo minimo della sua stagione: è sorprendente, però, che la società in tre mesi non sia riuscita a trovare sul mercato un vice in grado di farlo riposare, ovviamente nei momenti più opportuni, tanto che Sarri sta cercando di addestrare un’ala pura come Cancellieri (ruolo per il quale il ct Mancini lo sta tenendo sotto osservazione) a fare anche il centravanti.

Alla lunga il costante impiego di Ciro, in Italia e in Europa, potrebbe diventare un problema per Mau. Gaffe finale a parte, anche a Genova la Lazio è stata assolutamente padrona della partita e per questo pesano i due punti persi all’improvviso, quando la vittoria sembrava ormai messa in cassaforte. Hanno deluso i subentranti, perché soprattutto Basic, Marcos Antonio (leggero e lezioso) e Cancellieri non hanno aiutato la squadra a mantenere il vantaggio che aveva acquisito. Quando si esce dalla panchina, ci vuole la stessa rabbia con cui Luis Alberto e Pedro avevano schiantato l’Inter partendo dalle retrovie.


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