Sarri, "uomo contro" sempre più al centro del progetto Lazio

Nel regno di Formello l'allenatore indirizza il mercato e fa il comunicatore: l'ultima polemica è nei confronti degli arbitri
Sarri, "uomo contro" sempre più al centro del progetto Lazio© FOTO MOSCA
Fabrizio Patania
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ROMA - Un uomo contro. Forse anche per questo motivo, ha stregato Lotito. L’allenatore ideale per la Lazio silente e resiliente, spesso in lotta con il potere. Sarri ha discusso i calendari della Lega, la Nations League organizzata dall’Uefa e il mondiale invernale deciso dalla Fifa. Ha polemizzato sugli anticipi e sui posticipi, sugli orari delle partite di agosto. Detesta il calcio “usa e getta”, così l’ha definito. E dentro il regno di Formello si trova benissimo. Lavora sul campo come desiderava dopo l’anno sabbatico e il compromesso stiupulato con la Juve. Ha indirizzato il mercato e si è calato nella parte del comunicatore., anche se non gli piace tanto parlare il giorno prima della partita. Le domande banali lo stancano, non c’è una platea disposta a ragionare di calcio o competente come gradirebbe. Quando lo fa, regala titoli a raffica. Non si tira certo indietro. Spirito e anima toscana. Pensieri sinceri, il gusto della polemica. E’ diventato profondamente laziale. Quest’anno ha persino messo a posto Mourinho, con cui non era mai entrato in contrasto nella passata stagione, a proposito della corsa scudetto e delle strategie di mercato. C’è chi spende per avere subito il risultato e chi investe sul futuro a medio-lungo termine. Peccato che in tanti non lo abbiano ancora compreso e pensavano che la Lazio, al terzo impegno in una settimana con gli stessi undici titolari, potesse inghiottire il Napoli che pensava da giorni alla partita dell’Olimpico.

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Se è vero che Provedel ha tenuto il risultato in bilico, evitando il tracollo, è altrettanto certo che la Lazio al minimo (Milinkovic la spia) avrebbe potuto ottenere il pareggio se solo Sozza avesse concesso il rigore a Lazzari. Mau si è sfogato. Rischia il deferimento per le sue dichiarazioni, segnalate alla Procura Federale. Con gli arbitri si era sfogato quasi un anno fa, dopo la rissa scatenata dall’Inter per il gol di Felipe Anderson e il turno di squalifica preso a inizio campionato per la discussione con Saelemaekers, il belga del Milan. "Penso di avere un dito minaccioso - raccontò il 20 ottobre, alla vigilia dell’impegno di Europa League con il Marsiglia - Sono entrato in campo a fine partita con il Milan dicendo a un giocatore 'non mi devi prendere per il culo perché hai 20 anni e io 60': era un tono estremamente minaccioso e pericoloso per squalificarmi. In quei due minuti di follia con l’Inter ho visto mani addosso, calci a un uomo per terra. Si parla anche di uno sputo, ma non l’ho visto. Nessun cartellino rosso. Ha pagato Luiz Felipe per un gesto inopportuno ma non grave. Voleva abbracciare un amico. E’ incredibile che la partita sia finita con tutti i 22 in campo" All’epoca non pensava che la Lazio fosse entrata nel mirino. "Sarebbe triste pensarlo. Voglio pensare che siamo stati sfortunati, altre cose no... Noi abbiamo gli arbitri più forti del mondo. In Premier erano nettamente inferiori, ma il rapporto con giocatori e panchina è più amichevole. Può darsi sia un discorso culturale o autodifesa. Da noi la sconfitta o l’errore sono drammi. Forse è anche colpa nostra, ma qui l’atteggiamento è diverso, spesso difficile da accettare".

 


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