Vecino e il sogno Champions della Lazio

Un assist e due gol, l’Uefa lo ha eletto “miglior giocatore della settimana”: ora se lo gode Sarri
Vecino e il sogno Champions della Lazio© LAPRESSE
Fabrizio Patania
4 min

ROMA - Chapeau. L’Uefa lo ha eletto “giocatore della settimana” dopo il primo turno dei gironi di Europa League. Due gol e l’assist, con un tocco di esterno, per Luis Alberto. Dentro la notte dell’Olimpico, si è accesa la stella di Matias Vecino. Già, proprio l’uruguaiano. Quattro anni fa, con un volo da condor dell’area, stese di testa la Lazio consegnando la Champions a Spalletti: 3-2 per l’Inter a 9 minuti dalla fine del campionato. Era l’ultima giornata e un pareggio avrebbe permesso a Simone Inzaghi di chiudere al quarto posto. Un conto da saldare con il destino, chissà quando e se capiterà. Matias, subito dopo aver firmato il 4-0, s’è inchinato davanti alla Curva Nord. «Mi avranno perdonato? Non lo so, me lo diranno. Io, con le prestazioni, cercherò di guadagnarne la stima» ha raccontato sorridendo durante il lungo giro delle interviste (riaperta la zona mista su proposta dell’Uefa, subito accolta dalla nuova comunicazione). Segnali di entusiasmo, di crescita, di visibilità da ricreare e restituire ai giocatori.

Ambizioni Lazio

Buona la prima della Lazio, al netto della gestione un po’ così degli ultimi 20 minuti. Sbriciolato il Feyenoord. Sarri insegue il primato e ha dimostrato di tenerci. L’ha confermato Vecino. «L’Europa League è un’altra strada per arrivare in Champions. Le competizioni europee ti fanno crescere, ti danno prestigio e l’occasione di confrontarsi al top. Vogliamo andare avanti, se possibile arrivando in fondo al torneo. Ci aspettano partite ogni tre giorni, ma abbiamo una rosa adeguata per giocarle. Io mi sono inserito in fretta perché da diverso tempo sono in Italia e avevo già lavorato con Sarri. Ognuno ha i suoi tempi. Credo i più giovani abbiano un grande futuro qui. Il potenziale c’è. Ci serve un altro salto di qualità cercando di conservare solidità e compattezza nei 90 minuti».

Lazio, caro Sarri

Continuità è il mantra inseguito da Sarri. Vecino è il jolly. Incursore, rifinitore, play di scorta se Marcos Antonio non dovesse funzionare al posto di Cataldi. Giocherà ovunque. Ripescato e ritrovato, da svincolato, otto anni dopo la stagione memorabile di Empoli. Matias era il suo numero 8. Interno destro del centrocampo a rombo con Valdifiori in regia, Croce mezzala sinistra e Zielinski trequartista. A luglio si stava allenando in Uruguay. Aspettava la chiamata di Mau. Sta prendendo forma e condizione un po’ alla volta. Normale. All’Inter, nelle ultime due stagioni, aveva visto pochissimo il campo. «Il mio inserimento sta andando bene anche se sono arrivato tardi, ci voleva tempo per adattarmi fisicamente. Ora sto bene, per due mesi ho lavorato da solo. Sapevo che alla Lazio avrei trovato concorrenza, ma siamo ambiziosi, il gruppo sembra una famiglia. Lavoriamo sulla mentalità. Fa la differenza e può aiutarci a raggiungere un livello più alto». Anche la fiducia e il sostegno di un allenatore contano. «Sarri l’avevo avuto per una sola stagione e otto anni fa, ma è sempre lo stesso. La tattica e il suo modo di giocare lo ricordavo. Mi stima tantissimo. Se hai la possibilità di giocare con continuità e prendere il ritmo, sale anche la condizione. All’Inter con Conte ero tornato da un pesante infortunio e in una squadra così competitiva trovare posto è stato difficile. Inzaghi, arrivando ad Appiano Gentile, mi aveva promesso un ruolo importante in squadra ma non è successo». Ora se lo gode Mau.


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