Lazio, la linea è continua e Sarri fa giocare tutti: l'analisi

La vittoria post-Europa conferma il cambio di mentalità e di passo. Il turn over si è rivelato efficace: utilizzati 21 giocatori
Lazio, la linea è continua e Sarri fa giocare tutti: l'analisi© Getty Images
Daniele Rindone
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ROMA - Mai mollare, neppure a pancia piena. Il pressante diktat di Sarri è stato ripetuto alla Lazio per tre giorni di fila: dal venerdì post-europeo alla domenica di campionato. Tutta la squadra è stata messa alle strette dal Grande Capo: «Sarri ci diceva “non fate come l’anno scorso”», ha raccontato Milinkovic, rintronato dalla cantilena. Tre vittorie e due pareggi in campionato, una sola sconfitta. La battaglia col Bologna, vinta in 10. La resistenza di Torino. Il capolavoro con l’Inter. Il colpo sfiorato con la Samp. L’illusione col Napoli. E il successo contro i corsari del Verona. In più la vittoria roboante (finale a parte) con il Feyenoord in Europa League. È lo score di quest’anno, nessuna partita è stata toppata. È un sintomo di acclarata continuità, se sarà dominante per tutto il corso dell’anno si saprà nel tempo. La Lazio, dopo gli impegni europei, era sempre stata pericolosamente in bilico tra il desiderio di rivincere e la paura di crollare. Si spiega così l’incredibile tabù che ha stregato Sarri: mai tre vittorie di fila né in campionato né sommando i turni europei. Oggi è a quota due (Feyenoord e Verona), spera di proseguire la striscia battendo il Midtjylland e provando il blitz a Cremona. Un anno fa il debutto europeo era stato amaro: sconfitta contro il Galatasaray, pareggio a Cagliari. L’unica vittoria conquistata dopo un impegno europeo s’era registrata il 7 novembre (Lazio-Salernitana 3-0), tre giorni prima i biancocelesti avevano pareggiato contro l’Olympique a Marsiglia (2-2).

Lazio, il turnover

Sarri non ha scoperto l’elisir per rigenerare la Lazio mentalmente e fisicamente. Ha iniziato ad attuare il turnover, ad attingere da una panchina che quest’anno assomiglia di più ad uno scrigno. Tra il Feyenoord e il Verona ha cambiato sei uomini, in tutto ne ha impiegati 21 in 7 partite (6 di campionato, una europea). Domenica ha concesso riposo a Romagnoli. Hanno debuttato anche Casale (fino a due giorni fa mai utilizzato) e Marcos Antonio (era solo subentrato). Gli unici a non aver giocato sono il terzo portiere Adamonis, Kamenovic, Bertini e Luka Romero. Sarri è riuscito a rigenerare Vecino, a gestire Luis Alberto e sta lanciando Cancellieri. In Europa aveva ricevuto segnali da Hysaj, meno domenica. L’infortunio di Lazzari costringerà Sarri a sforzare lui e Marusic. Ha rispolverato anche Radu in Europa.

Lazio, il caso

Mau oggi inizierà a preparare la trasferta danese. Sempre oggi si esprimerà il Giudice Sportivo, si saprà se il tecnico sarà sanzionato (e in che termini) per il dito medio mostrato a Marroccu, diesse del Verona. Non è ammessa la prova tv, eventuali provvedimenti dipendono dal referto arbitrale o degli ispettori federali (la Procura potrebbe chiedere la multa o la squalifica). L’arbitro Irrati, a fine partita, ha convocato Sarri e Marroccu (dopo che si erano chiariti). L’episodio era avvenuto al 73’ (manata di Ilic a Luis Alberto). Il Verona aveva protestato, Sarri era intervenuto. Il quarto uomo, Baroni, era a pochi passi. Il tecnico ha invece patteggiato (multa) per le pesanti dichiarazioni post Napoli contro gli arbitri: la Procura aveva aperto un fascicolo.


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