Lazio, Immobile e quella promessa a Sarri dopo il confronto con i compagni

Il capitano si carica di nuovo la squadra sulle spalle. A nome di tutti ha promesso una reazione immediata: da leader crede ancora che questo progetto sia vincente
Lazio, Immobile e quella promessa a Sarri dopo il confronto con i compagni© Marco Rosi / Fotonotizia
Daniele Rindone
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ROMA - È ancora una volta Ciro Immobile, con la sua statura di bomber e leader, morale e formale, a caricarsi la Lazio sulle spalle per condurla fuori da un altro smarrimento. E’ sempre e solo Ciro a raccogliere e trasmettere il sentimento collettivo, quotidiano, della gente laziale. E’ sempre e solo Immobile a mettersi ai comandi per tirare fuori la squadra dalla direzione sbagliata. La presa di responsabilità diretta di giovedì, davanti ai 225 laziali presenti a Herning e a tutti quelli incollati alla tv, rende di nuovo onore al capitano. Il suo orgoglio testardo è una garanzia di riscossa immediata. Ciro, bomber “all time”, con il suo spirito ardimentoso è capace di trascinarti dentro una crociata. Ma ogni capopopolo ha bisogno di un esercito, di una squadra veri. Per un’estate intera ha contribuito alla ricostruzione della Lazio, al completamento del mercato conducendo un’opera di convincimento per ogni obiettivo prefissato. Pensava che dalla rivoluzione sarriana potesse nascere una Lazio meno oscillante, più dotta (calcisticamente), saggia (mentalmente) e robusta (fisicamente). Continua a crederci.

Lazio, il saldo

Il tracollo danese può essere la classica tempesta laziale prima di un nuovo arcobaleno. E i numeri di Ciro aiutano a sperarlo. Nelle ultime sei partite giocate contro squadre neopromosse ha sempre colpito, totale di otto gol. Aveva segnato al Verona dopo lo stop col Napoli, è rimasto a secco in Europa. Che la Lazio lo stia assistendo meno è certificato dalle statistiche. Ciro, domenica scorsa, ha sollevato Sarri e i compagni da ogni responsabilità: «Il gioco è sempre stato corale - aveva detto - forse ho avuto meno occasioni, l’importante è che anche una sola sia trasformata. Ma non ho avuto la sensazione di essere meno servito». Eppure i dati dicono che Ciro un anno fa era messo in condizioni migliori per tirare con più continuità: 15 tiri (10 nello specchio) li ha scoccati dopo le prime sei giornate di questo campionato, l’anno scorso erano 26 (13 nello specchio). Tira di meno tutta la Lazio: 78 tiri totali un anno fa (35 nello specchio), 63 quest’anno (29 nello specchio). Nonostante questo calo di produzione offensiva, Immobile ha segnato 3 volte in 6 uscite. Ma spesso è stato costretto a vivacchiare aspettando il pallone giusto.

Immobile, la carica

Tutti i sentimenti, di rabbia e amarezza, di rivalsa, provati dai laziali giovedì li ha sintetizzati Ciro. La sua capacità di resilienza dev’essere uno sprone per la Lazio, così è stato in passato: «Ci prendiamo questo schiaffo forte, sicuramente lo analizzeremo ma abbiamo poco tempo perché c’è un’altra partita a breve. Ci dispiace molto per i tifosi, cercheremo di ripagarli facendo prestazioni migliori in campo», le sue parole. Ciro è leader e gregario, è questo l’esempio che porta avanti da anni. Non s’è mai sottratto alle colpe: «Dobbiamo essere bravi, dev’esserlo ognuno di noi. In questi casi è giusto analizzare tutto, ma bisogna rialzare subito la testa perché non abbiamo tempo per buttarci giù». Ciro aspetta di conoscere le decisioni di Sarri, in attacco ci sono rebus. Zaccagni è pronosticato in panchina, è reduce dall’infortunio muscolare di domenica, ha raggiunto solo ieri il ritiro di Piacenza, qui fa base la Lazio da venerdì. Felipe Anderson gioca e rigioca, è stanco. Pedro è rientrato giovedì, dall’Inter in poi s’è allenato e ha giocato a round. Cancellieri non garantisce bilanciamento, ma è fresco e la convocazione di Mancini lo ha caricato ancora di più. Chi ci sarà, ci sarà. In campo, prima di tutto, ci dovranno essere uomini. Non possono non reagire.


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