Lazio-Spezia, Immobile ci prova: i medici sono ancora cauti

Gli esami strumentali di ieri sera hanno accertato miglioramenti: per Ciro oggi primo provino
Lazio-Spezia, Immobile ci prova: i medici sono ancora cauti © LAPRESSE
Daniele Rindone 
3 min

ROMA - Il potere terapeutico di Ciro Immobile tante volte si è rivelato potere taumaturgico. Vuole provarci per lo Spezia, già oggi potrebbe rivedersi in campo per un leggerissimo allenamento, per un primo provino. Ieri, alle 19, si è sottoposto ad una nuova risonanza magnetica. Non sono stati diffusi bollettini, l’esito avrebbe evidenziato dei miglioramenti relativamente all’edema al bicipite femorale della coscia destra che l’ha messo ko in Nazionale. Bisogna procedere con calma, valutando pro e contro. I medici sono cauti. 

Attesa per Immobile

Si dormono sonni inquieti, esasperano gli infortuni di Immobile. Tormento dentro al tormento sono i dubbi che riguardano i suoi ritorni o non ritorni. Tutti in questi giorni si sono appellati al suo buoncuore. Quelli che lo vogliono in campo a tutti i costi, quelli che lo vogliono fuori per non correre rischi. Fosse per lui giocherebbe contro lo Spezia così come ha sempre spinto per giocare quando gli infortuni non sono stati gravi: "Io mi sento bene ma è un po’ pericoloso allenarsi e giocare. I dottori mi consigliano di stare fermo, si sa come sono i medici. La situazione è un po’ al limite, come quando ho lasciato la Nazionale", sono le parole che Ciro aveva pronunciato nel primo pomeriggio di ieri intervenendo alla presentazione della “Partita per la Pace”. Non si era ancora sottoposto ai nuovi esami. Ha riparlato a Sky a metà pomeriggio, intervenendo ad un evento promosso dall’Adidas: "Se giocherò? Io vorrei esserci, ma i dottori sono sempre restii. Se non ci sono rischi grandi vorrei giocare". Ciro è tornato sul forfait in Nazionale confermando che non sono esplosi casi diplomatici: "Nessuno ha influenzato la decisione di Mancini. C’è stata massima serenità, c’erano troppi rischi. Devo dire la verità, è stato creato un caso inutile. La foto che è diventata virale è stata scattata mentre stavo aspettando Mancini che era andato a Roma a votare e stava tornando in aereo". Sperava di seguire i compagni a Budapest: "E’ stata solo una casualità, stavo per partire nonostante non potessi giocare ma alla fine anche Mancini è stato d’accordo sul farmi tornare a casa per svolgere gli esami e ogni accertamento". Ciro ha assecondato le decisioni di Mancini e il volere della Lazio, anche se a fatica: "Era inutile fare il viaggio, sono stati tutti felici e contenti. Io di certo lo ero di meno perché avrei voluto giocare".

L’intervento da capitano

Ciro ha svelato un retroscena simbolico. Dopo lo sfogo di Sarri post-Herning, quando parlò di “germi” dentro lo spogliatoio, è intervenuto da capitano per mediare tra tecnico e squadra: "Dopo la Danimarca ho parlato con la squadra per spiegare ciò che intendeva il mister, aveva bisogno di un aiuto. Il germe sono i cali, la poca continuità, chi è emotivamente debole viene colpito di più. Però il calcio ti dà modo di riscattarti e noi a Cremona lo abbiamo dimostrato anche se la parola riscatto non piace a Sarri". Ciro in Nazionale aveva parlato di scudetto: "E’ la voglia di migliorarsi. Ho ancora tanti traguardi da raggiungere". Il primo è giocare domenica, in alternativa è pronto Cancellieri.  


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