Ecco Pedro: si prende la Lazio e il futuro

A Bergamo finalmente titolare in campionato. Ha segnato 3 reti una ogni 161 minuti: ha la stessa media garantita da Immobile. E la società può anticipare le mosse per blindarlo fino al 2024
Fabrizio Patania
3 min

ROMA - Il regno di Ciro nelle mani di Pedro. Sarri, perso Immobile, cerca nuovi dei, nuovi gol, nuovi colpi, nuovi trascinatori. Pedrito, campione di tutto, eroe del “Sexete” con il Barça di Guardiola nel 2009 (6 titoli vinti), è un’eminenza del calcio. Mau non l’ha ancora lanciato dal primo minuto in campionato, lo farà domani a Bergamo. Pedro è sempre stato a mezzo servizio in Serie A. In Europa ha giocato tre partite da titolare (su 4). Il ko di Ciro stravolge i piani d’attacco e lo spostamento di Felipe Anderson da falso nueve (in attesa dell’ufficializzazione) spinge Pedro in campo. Il rilancio arriva al momento giusto, Pedrito ha sfoderato una prestazione formidabile contro lo Sturm Graz (al ritorno) e con l’Udinese (entrando in corsa) è stato solerte e guizzante fino all’ultimo pallone. 

La media

Per i tifosi ormai è Pedro-pè, come da jingle della Carrà. Per Sarri può essere uno stoccatore in più vero com’è che lo spagnolo ha segnato in media un gol ogni 161 minuti (totale di 3 reti, 2 in A e uno in Europa, totale di 483 minuti di gioco). E’ il miglior rapporto (gol-minuti) registrato nella Lazio, pareggia i dati di re Ciro (un gol ogni 161’, totale di 7, 6 in A e uno in Europa, in 1.129 minuti). Pedrito fa al caso della Lazio e di Sarri anche perché ha segnato all’Atalanta lo 0-1 di quel 2-2 strappato dalla Dea all’ultimo minuto il 30 ottobre 2021. Pedrito, sempre lui, è uno dei più amati da Sarri, è gregario e leader, seguace della sua corrente filosofico-calcistica. In un momento di smarrimento, dovuto al ko di Ciro, servono campioni così. 

La mossa

Mau sta ridisegnando il tridente prevedendo Pedro a destra come accaduto contro lo Sturm Graz all’Olimpico a meno che non decida all’ultimo di piazzarlo falso nueve. Nella notte di Coppa, a sinistra, fu confermato Zaccagni. Al centro c’era Immobile. Pedro fu imprendibile, sgusciante, serpentesco, segnò il 2-1 quando la Lazio era in 10 (poi arrivò il 2-2 di Bøving). E’ uno dei rari giocatori capaci di trasformare ogni ruolo e ogni fetta di campo in potenziali pericoli. E’ questo che Sarri s’aspetta da lui. Lo ha voluto a Roma e vuole tenerselo stretto. Pedrito è in scadenza a giugno prossimo, nell’accordo firmato nel 2021 era stata fissata una clausola a favore della Lazio, esercitandola scatterebbe il rinnovo per un’altra stagione. La Lazio potrebbe anticipare la mossa riconoscendo allo spagnolo un rinnovo a prescindere e la pausa Mondiale può essere utile anche per trattare il suo caso, per iniziare a intavolare la trattativa. Pedrito ha compiuto 35 anni a luglio, vuole continuare a giocare. A maggio, in una intervista a Futbol Red, confessò di vedersi ancora in campo per un paio di anni: «Penso di avere ancora uno o due anni di calcio. Lascio tutto aperto per il futuro anche se è vero che ho una serie di fattori personali che complicano questa opzione. Vorrei essere più vicino a Barcellona per potermi divertire di più con i miei figli». La volontà di riavvicinarsi ai figli è forte da tempo, può essere l’unico motivo che spingerebbe Pedro a lasciare la Lazio e l’Italia. Ma ora è tempo di una nuova ripartenza per Pedrito, padrone del suo futuro come ai tempi che furono e che ritornano. 


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