Così è iniziata la grande scalata

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Così è iniziata la grande scalata© LAPRESSE
Alberto Dalla Palma
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Il gol di Luka Romero, 18 anni la prossima settimana, pupillo di Leo Messi e già convocato da Scaloni nella Nazionale argentina, proietta la Lazio al secondo posto, accanto al Milan e a otto punti dal Napoli in fuga. È il momento più alto della gestione Sarri, dopo una notte piena di difficoltà. Non solo perché il Monza ha giocato benissimo ma anche perché le assenze di Immobile (rientrato nel finale) e Zaccagni, oltre a quella in corsa di Lazzari (altro infortunio muscolare: vicenda che inizia a preoccupare), avevano un peso elevatissimo: a differenza del giovane match winner, Cancellieri è apparso ancora molto impreparato per sostenere il ruolo da titolare in una squadra così competitiva. Come ha sottolineato più volte il tecnico biancoceleste, ha bisogno di tempo e di lavoro, anche perché da mesi lavora per imparare il mestiere di Immobile (centravanti) e poi gioca sempre esterno sulla corsia laterale destra. Ovvio che sia confuso e stordito, ma avrà altre occasioni. Nel frattempo Sarri potrà sfruttare la freschezza e la determinazione di Luka Romero, che sta trattando con la Lazio il suo primo, vero contratto da professionista: se non accettasse le offerte del presidente Lotito, il piccolo argentino potrebbe liberarsi a costo zero tra qualche mese. La gioia con cui ha festeggiato il suo primo gol in serie A, si è messo l’aquila sul braccio, rappresenta un segnale positivo per i tifosi biancocelesti, che per questo bimbo hanno già una passione sfrenata. Il primo abbraccio, dopo la prodezza contro il Monza, Romero lo ha dedicato a Luis Alberto, per il quale - dopo l’esclusione di ieri - si avvicina la fine dell’avventura romana: evidentemente la coesistenza tra il talento spagnolo e Sarri non è più considerata possibile. Un vero peccato, perché pochi giocatori nel nostro campionato sanno inventare assist per i compagni: basta chiedere a Immobile. Il secondo posto rappresenta per la Lazio la conquista di una tappa molto importante: la crescita è costante, l’ultimo esame del 2022, domenica sera all’Allianz contro la Juve, potrebbe diventare anche un trampolino di lancio per l’anno successivo, quello che inizierà subito dopo la fine del Mondiale. Ancora una volta, la squadra di Sarri ha sofferto moltissimo nell’impegno infrasettimanale: in campionato come in Europa, non riesce mai a riproporsi con la stessa intensità, ma stavolta nel conto bisogna mettere anche le energie sprecate per vincere il derby e la grande partita del Monza, che Palladino ha ridisegnato con molta attenzione. Basti pensare che nel primo tempo i lombardi hanno avuto la supremazia nel possesso palla, tanto cara a Sarri: nessuno, contro la Lazio all’Olimpico, era riuscito in questa impresa e di questo bisogna dare il merito al giovane allenatore scelto da Galliani. Se poi Petagna avesse avuto un piede di due centimetri più corto, il Monza sarebbe addirittura passato in vantaggio: lo splendido colpo di tacco dell’ex napoletano è stato vanificato da un attento studio del Var, che ha pescato un alluce in fuorigioco. La Lazio ha avuto la forza di crederci, perché dopo il trionfo nel derby non poteva sprecare un’occasione così grossa, staccando ancora la Roma, agganciando il Milan e entrando di diritto tra le grandi candidate a un posto in Champions. Sotto ritmo e poco incisiva in area di rigore, la squadra di Sarri ha sfruttato il solito guizzo di Pedro, che anche nelle partite meno brillanti riesce sempre a determinare qualcosa di importante. Contro il Monza, il primo gol del piccolo Luka Romero. La scalata è appena cominciata.


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