Lazio, il sogno di Sarri: battere la Juve di corto muso

Dopo il doppio 1-0, ritrova Allegri: è una sfida in chiave Champions tra le migliori difese della Serie A. Ben 9 clean sheets in 14 giornate: solo il Barcellona di più in tutta Europa
Lazio, il sogno di Sarri: battere la Juve di corto muso© LAPRESSE
Fabrizio Patania
4 min

Provate a immaginare che gusto avrebbe per Sarri vincere di corto muso all’Allianz Stadium. Forse sarebbe ancora più appassionante, per il tecnico cresciuto a Figline Valdarno, impartire una lezione di calcio alla Juve, sullo stesso terreno dove non gli è stato concesso il tempo di lavorare e neppure di festeggiare lo scudetto, il nono e ultimo di casa Agnelli (in epoca moderna) prima di una crisi sportiva, finanziaria e tecnica senza precedenti. Mau si toglierebbe anche presto “dai cog...”, come ha detto testualmente giovedì notte all’Olimpico, tirando fuori le contraddizioni di un calcio in cui fatica a riconoscersi, ma il suo obiettivo di fine carriera si avvicina all’utopia: rendere grande la Lazio. E allora, assai meno prosaicamente, si accontenterebbe di vincere, in qualsiasi modo, com’è accaduto nel derby. 

Incognite

La saggezza di un allenatore trasformista, non integralista, è proprio questa. Adattarsi, tirare fuori il meglio dal gruppo, conciliare l’estetica del gioco con i risultati, fondamentali per qualsiasi club e ancora di più per il parsimonioso Lotito, attento ai conti. E il doppio 1-0, prima alla Roma e poi al Monza con un filo di gas, dentro l’emergenza provocata dall’assenza di Immobile e (di fatto) dalla vacanza anticipata di Luis Alberto, lo sta portando sempre di più verso il modello propugnato, anzi esaltato, da Allegri: la vittoria di corto muso o con fotografia, in dirittura d’arrivo, come dicono nell’ippica. Volendo, un Var per stabire a chi assegnare la posta dei 3 punti, sul filo dell’equilibrio e delle difese impermeabili. Parliamoci chiaro: per la Lazio sarebbe un gran risultato non perdere domani sera, tenendo a distanza i bianconeri. Perché ci arriva in condizioni non ottimali, con Ciro senza 90 minuti, facendo a meno di Lazzari e quasi certamente di Zaccagni, con Pedro e Felipe sfiniti dalla stanchezza, più Milinkovic e Vecino in partenza per il Qatar. Occhio, però, perché la Juve ha più convocati per il Mondiale, trascurando le incertezze relative a Vlahovic. E allora vedremo come gli attaccanti, da una parte e dall’altra, orienteranno la partita.

Lucchetto

Si sfidano le migliori difese del campionato: 7 gol incassati dalla Juve, appena 8 dalla Lazio, di cui 3 con la Salernitana, gli unici dall’inizio di settembre a giovedì sera. Capaci di fermare a 620 minuti l’imbattibilità di Provedel e di tenere distante Sarri alla vetta. Fosse arrivato a meno 3 o 4 punti dal Napoli alla sosta, avrebbe cominciato a pensare in grande. Ora, invece, si trova a meno 8 e la lotta per la Champions diventerà cruenta a gennaio, quando ripartirà il campionato. Mau ha chiesto alla Lazio di produrre l’ultimo sforzo prima dello stop. Servirà una grande difesa, come e più del derby: ben 9 clean sheets in 14 giornate. Solo il Barcellona, nei cinque campionati top in Europa, ne conta di più. Il bottino di 30 punti luccica: solo nel 2017/18 (32), nel 1999/00 (31) e nel 2002/03 (31) la Lazio aveva fatto meglio. Inzaghi finì quinti, Mancini si piazzò quarto e in Champions, Eriksson vinse lo scudetto. Sarri torna a Torino e ritroverà una Juve profondamente trasformata rispetto al 2019/20. Sono ancora bianconeri Szczesny, Danilo, Bonucci, Rugani, Cuadrado, Rabiot e Alex Sandro. Proverà a beffare i suoi ex giocatori, con o senza corto muso.


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