Sarri nel gelo: Lotito media, Tare aspetta il rinnovo

Il tecnico, deluso dalla nota del club, si sente più solo. Il diesse ancora in scadenza, ma resterà. E la Lazio, senza uscite, non può fare mercato
Fabrizio Patania
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Sarri nel gelo. Si sente più solo e qualsiasi chiarimento possa essersi consumato con Lotito, il comunicato filo-societario ha prodotto due effetti indesiderati accanto al presunto richiamo all’unità: lo ha indebolito di fronte alla squadra e (ancora più grave) ha certificato la distanza tra allenatore e diesse, peraltro conosciutissima dalla scorsa estate. Lo racconta la cronaca: dopo la lite di Piazza del Popolo, il presidente prese in pugno il mercato e ridimensionò il ruolo del suo dirigente di riferimento da quindici anni. Tare ha buoni motivi per essere nervoso: è tuttora in scadenza di contratto, anche se diversi rumours da ottobre sussurrano di una trattativa aperta (su basi economiche ridotte) rispetto all’accordo precedente e si sono intensificate una decina di giorni fa. C’è di più e non sorprende. Lotito, come dimostra il comunicato, avrebbe suggerito una “pacifica convivenza” in chiave futura: se ha fiducia nel diesse, dovrebbe rinnovarlo subito. Se non lo ha ancora fatto, è una sua precisa responsabilità. Le posizioni sospese non producono benefici.

Stranezze

Quante volte ci sono state scintille con Inzaghi, Pioli, Reja e Petkovic? Tante e la società aveva negato sempre l’evidenza. Anzi, era anche successo nell’autunno 2018 che il diesse si schierasse con Simone, criticato (da noi) per il ripetuto slogan sulle sei-sette corazzate: alla Champions non credeva affatto. Tare, in questa occasione, non ha perso l’occasione per bacchettare Mau in tv. Martello, non cuscinetto o ammortizzatore di tensioni attraverso colloqui interni, come dovrebbe suggerire il ruolo e forse ha sottolineato Lotito. Altra sfumatura. Sarri rispondeva a domande dei media sulle aspettative da quarto posto dopo aver perso con il Lecce e subìto due gol in rimonta dall’Empoli: dentro le sue parole ci poteva essere un segnale alla squadra, a cui tuttavia ha fornito alibi. Non risulta che negli ultimi sei mesi abbia svilito il lavoro del club, battendo i pugni sul tavolo, neppure quando è arrivato Ilic al posto di Cancellieri, presunto centravanti. Per gennaio non ha seminato illusioni. Ha buoni motivi per lamentarsi del comunicato.

Debiti

Il tema sarebbe un altro ma fa comodo cambiare argomento, peraltro con Milinkovic nell’incertezza e Luis Alberto che sogna la Spagna ogni tre mesi, poi riprende a giocare. Perché il mercato è bloccato dall’indice di liquidità? La Lazio compra, ma non vende da anni. Si è caricata di acquisti sbagliati, di costi da sostenere e di debiti da onorare. Fate la conta dei 15 rinforzi dell’era Sarri, togliendo i concordati (o sopportati?), e capirete quali sono stati i soldi spesi meglio da Lotito negli ultimi due anni. Ora è possibile che il presidente, di fronte al caso non contenuto al Mapei e al nuovo infortunio di Ciro, provi a mettere insieme Tare e Sarri, concordando (?) le strategie. Di sicuro, senza cessioni, per realizzare acquisti dovrebbe mettersi le mani in tasca e ripianare. Alla Lazio mancano un terzino e un centravanti da un anno, non da tre giorni. Per Fares hanno chiesto informazioni Toro e Bologna, si può riaprire con la Salernitana ma dipenderà dal nuovo tecnico. De Sanctis aveva chiesto 5 milioni per Bonazzoli, non era un’ipotesi campata per aria. Stallo Pellegrini: è stato a Roma due giorni prima di rientrare a Francoforte. Lotito si riserva di formulare l’offerta, il terzino di proprietà Juve (che lo cede solo a titolo definitivo, non in prestito) dovrebbe decurtarsi l’ingaggio. Finirà come sempre. Lotito, aspettando le famose uscite, deciderà nelle ultime 48-72 ore se consegnare un rinforzo a Sarri. Ovviamente per l’assalto Champions...


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