Lazio, riecco Marcos Antonio: è il regista dietro le quinte

L’ex Shakhtar torna titolare contro il Cluj dopo tre mesi: fin qui solo 11 presenze in campionato senza mai finire la partita
Lazio, riecco Marcos Antonio: è il regista dietro le quinte© BARTOLETTI
Fabrizio Patania
4 min

ROMA - Leiva era lo scudiero di Milinkovic e Luis Alberto, Marcos Antonio l’esatto contrario. Ha bisogno di sostegno e di protezione. Se gioca il brasiliano, deve uscire il 10 spagnolo, altrimenti il centrocampo diventa troppo leggero. Ecco il grande equivoco su cui si è annodato il mercato estivo e sta girando la stagione della Lazio. Un acquisto sbagliato per concetto, per dirla con chiarezza, o poco funzionale nell’assortimento del reparto, almeno sino a quando il campo non dimostrerà il contrario. Tare lo ha proposto (con lo svincolato austriaco Grillitsch: all’Ajax non sta giocando), Sarri lo ha scelto, ascoltando anche il parere favorevole di De Zerbi, suo allenatore allo Shakhtar, Lotito lo ha preso: 7,5 milioni più 2 di bonus. Primo acquisto, inizio giugno. Era fermo da qualche mese a causa della guerra scoppiata in Ucraina. Un’occasione di mercato, forse valutata con eccessiva fretta.

Serve fisicità

Sarri, dopo l’eliminazione in Coppa Italia, ha spiegato. «Lo avevamo preso quando c’erano idee diverse da quelle che poi sono venute fuori». La traduzione: doveva arrivare Ilic dal Verona, sarebbe stato la sua spalla o forse proprio il centrale, completando la linea mediana con Milinkovic. Doveva essere ceduto Luis Alberto, che aveva chiesto (come al solito) di tornare in Spagna. I suoi agenti (gli stessi di Grillitsch) volevano inserire Oliver Torres a parziale contropartita, l’operazione con il Siviglia non è mai decollata e Marcos Antonio alla Lazio continua a faticare. Le ragioni tattiche sono comprensibili: «Giocatore particolare. Non è facile impiegarlo. I nostri interni sono offensivi. Per struttura e accelerazione non può coprire tanto campo. Ha bisogno di supporto». Ergo: gioca solo quando Sarri decide (raramente) di dare spazio a Vecino o Basic e Milinkovic, come succederà giovedì nello spareggio di Conference.

Rebus

Un’altra occasione, contro il Cluj, per il brasiliano, i cui numeri stagionali fanno riflettere: 11 presenze in campionato, di cui solo 3 da titolare (l’ultima con il Monza il 10 novembre) e senza mai finire la partita. Sarri gli aveva concesso fiducia nel girone di Europa con Midtjylland e Feyenoord, all’ultimo turno, quando è maturata l’eliminazione. Nel totale 464 minuti in campo. Molto pochi per un nuovo acquisto che doveva prendere il posto di Leiva. La fortuna della Lazio è che Danilo Cataldi (ultra-riserva con Inzaghi) si sia imposto come regista, ma i rimpianti restano come le difficoltà di turnover. Doveva incidere molto di più. Le qualità di palleggio di Marcos Antonio sono fuori discussione: possiede qualità alte. Il ruolo, la fisicità e l’adattabilità al calcio italiano rappresentano un rebus. Ha solo 22 anni e il tempo dovrebbe favorirlo, ma la domanda relativa alla prossima stagione è scontata: la Lazio ripartirà dal play brasiliano o tornerà sui suoi passi? Il mercato suggerirà un assortimento nuovo del centrocampo in cui Marcos Antonio possa rientrare? L’orientamento di Sarri, posti i consueti dubbi su Luis Alberto e Milinkovic, porterebbe in questa direzione.

Eredità

La Conference dovrà aiutare il brasiliano a riemergere. Buone e più convincenti risposte sul campo lo aiuterebbero a dissolvere le perplessità. C’è chi sostiene abbia giocato in Champions con lo Shakhtar. E’ vero solo in parte. Basta controllare (sul serio) i numeri: 12 presenze sommate in tre stagioni, solo 5 da titolare per un impiego complessivo di 523 minuti, in una squadra piena di brasiliani e abituata a un certo tipo di calcio. Qui alla Lazio doveva raccogliere un’eredità pesantissima e sta scontando il paragone. Per un club così parsimonioso, vale la pena ricordare i nomi e lo spessore dei predecessori. Lotito, in diciotto anni, è passato da Liverani a Ledesma per poi affidarsi a Biglia e Leiva. Ora, con Marcos Antonio da svezzare e Cataldi rilanciato, chiede la Champions. Meditate gente, meditate.


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