Lazio, danni alla targa di Lenzini: ora indaga la Digos

Due atti vandalici nel giro di due giorni, l’assessore allo Sport, Onorato, ha presentato denuncia alle autorità
Lazio, danni alla targa di Lenzini: ora indaga la Digos
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ROMA - Secondo atto vandalico nel giro di due giorni alla targa dedicata a Umberto Lanzini, storico presidente della Lazio del 1974. Ieri la targa era stata imbrattata coi colori giallorossi; la scorsa notte il marmo è stato spaccato, nella parte in cui era scritta la parola 'Lazio'. La nipote di Lenzini, Federica, ha pubblicato sui social una foto della targa spaccata: "L'As Roma - afferma - dovrebbe scusarsi per quello che sta succedendo alla onorificenza data dalla Capitale a un uomo che non solo è stato il più grande presidente della Lazio, ma ha costruito gran parte degli edifici a Roma negli anni 70. Forse qualche romanista vive in case costruite da Lenzini o il padre è stato un operaio di mio nonno. Chi ha compiuto questo gesto è solo un vile. Noi abbiamo un altro dna. Questione di stile”.

La denuncia

“Ho presentato denuncia alla Digos contro ignoti per l'ennesimo danneggiamento della targa del Parco Lenzini, segnalando la rivendicazione sui social dell'atto vandalico da parte di un soggetto non ancora identificato", ha affermato l'assessore capitolino allo Sport Alessandro Onorato. "È il secondo danneggiamento in meno di 36 ore nel parco di via Vezio Crisafulli, che solo due giorni fa con il sindaco Gualtieri abbiamo intitolato al presidente dello scudetto della Lazio del '74. Un'azione vigliacca, oltre che insensata. Il tifo vero si fonda su onore, ideali e amore per il calcio che nulla hanno a che fare con questa violenza. La storia calcistica delle squadre romane è un patrimonio che appartiene a tutta la città, che abbiamo il dovere di valorizzare e di tramandare. Ho contattato la as Roma e la ss Lazio affinché scendano in campo insieme all'amministrazione con iniziative per i giovani e nei quartieri. Per valorizzare il tifo sano e per testimoniare grande unità contro ogni forma di violenza, di prevaricazione, di offese a simboli che appartengono alle squadre e alla città”.


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