Milinkovic e il futuro: così ricompenserà la Lazio

Sarri aspetta i suoi colpi per la Champions. Intanto il manager raccoglie offerte da 40 milioni
Milinkovic e il futuro: così ricompenserà la Lazio© ANSA
Daniele Rindone
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A metà fra lo straordinario e l’ordinario. L’annata di Sergej Milinkovic è iniziata con un’escalation di gol (3) e di assist (7) tra agosto e ottobre (in campionato). Da metà ottobre in poi è iniziata la de-escalation: un gol e un assist nelle ultime 12 partite di A da lui giocate. Solo tra il dicembre 2019 e il luglio 2020, i mesi della pandemia, s’erano registrati numeri così stregati (due gol in 18 presenze). La carestia balistica del Sergente s’è riscontrata anche nelle Coppe. Sempre da metà ottobre un assist in Europa League nel ritorno con il Midtjylland (27 ottobre). Zero colpi in Coppa Italia (titolare col Bologna, non con la Juve). Assente in Conference. Nonostante tutto non c’è stata partita in cui non abbia corso, lottato e non si sia immolato giocando contro tutto e tutti. Le fatiche di Sergej non si spiegano solo con i numeri, anche con una serie di iatture: la squalifica nel derby, l’infortunio di novembre contro la Juve e i suoi strascichi, il Mondiale stregato, le amichevoli invernali giocate solo part-time, la crisi di ripartenza della Lazio e la gastroenterite che ha messo ko il Sergente prima di Salerno. Scenari che avrebbero messo in crisi chiunque. La corsa di Milinkovic è ripartita ieri con l’allenamento svolto in gruppo. E’ pronto per il mini girone dantesco che vedrà la Lazio impegnata in campionato e in Conference fino al 19 marzo: Samp, Napoli, AZ Alkmaar, Bologna, AZ Alkmaar e Roma. La Samp può essere rampa di lancio, lo score firmato contro i blucerchiati è benaugurante: quattro gol e nove assist sfornati in 12 presenze. Lo stato di forma di Sergej ha sempre una ricaduta sulla Lazio così come capita con Immobile. Sarri è riuscito a ringagliardire Luis Alberto, aspetta il miglior Sergej. Non basta tornare, conta il modo, il come si torna. Alla Lazio serve la versione migliore di Milinkovic. Sarri ne stava apprezzando la verticalità prima dello stop, non contava più solo i palloni persi, gli sprechi che portavano a rigare il palleggio. E’ da lì vuole che riparta.

Il futuro

Milinkovic e la Lazio hanno tre mesi davanti prima di conoscere il futuro. Le parole pronunciate dal diesse Tare nei giorni scorsi hanno sottinteso per la prima volta una possibile separazione a giugno: «La difficoltà di trattenere Milinkovic fa parte del gioco. Nella Lazio si creano sempre legami forti con la città e la società. Ci sono giocatori che giocano qui da tanti anni e lui è uno di questi. Ha un legame fortissimo con la Lazio e ciò che accadrà sarà il meglio per noi e per lui». La Lazio, per anni, ha rappresentato il meglio per Milinkovic. Da tempo pensa che sia arrivato il momento di tentare una nuova avventura. Sarà l’estate del bivio, mai come la prossima. A giugno sarà ad un anno dalla scadenza, nel gennaio 2024 potrà firmare per un altro club. Il manager Kezman a fine gennaio ha ribadito a Lotito che il giocatore vuole partite ma non vuole lasciare la Lazio a zero. Per far sì che questo accada è necessario concordare una strategia d’uscita. Kezman, anche durante confronti recenti, non ha aperto al rinnovo, tema non più d’attualità. Ha promesso il massimo impegno alla società per raccogliere un’off erta che possa incrementare le casse. E’ ipotizzabile in 40 milioni, difficilmente di più. Starà a Lotito valutarla. E’ una scelta che costerebbe meno rispetto ad una partenza a zero e che permetterebbe al club di finalizzare l’arrivo di un degno sostituto. La disponibilità di Sergej e del suo agente vale come impegno a patto che si arrivi alla definizione della partenza. La Premier resta la destinazione più probabile. All’interesse dell’Arsenal si sono aggiunti i corteggiamenti di Newcastle e West Ham. I Gunners sono in vetta alla classifica inglese e alla classifi ca delle preferenze di Milinkovic. Ma prima di lasciarlo andare, se così sarà, lasciamolo tornare.


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