Lazio, Provedel predestinato: "Yashin come vicino di casa"

In una lunga intervista al Magazine ufficiale del club biancoceleste, l'estremo difensore di Sarri si racconta: dai primi tempi da attaccante, alla "cotta" per Toldo, passando per il mitico Ragno Nero
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ROMA - Ivan Provedel si mette a nudo. Il prossimo numero di Lazio Style 1900 Official Magazine presenterà una bella intervista all'estremo difensore biancoceleste, che rivive con grande trasporto il suo percorso, dai sogni da bambino alle responsabilità attuali, svelando però un aneddoto particolare.

Con Yashin come vicino, la porta nel destino

Il primo racconto di Provedel è sorprendente, i nonni vivevano a Mosca, in Russia, nella stessa via del mitico e originale "ragno nero" Lev Yashin: "I miei nonni vivevano a Mosca. Si conoscevano bene, mia nonna quando ero piccolo mi raccontava che li vicino abitava un grande portiere, ho capito solamente anni dopo la sua grandezza".

Nato attaccante, con il gol nel sangue

Provedel ricorda un passato particolare: "Ho giocato come attaccante fino a 15 anni, avevo anche una discreta media realizzativa. Il gol segnato contro l'Ascoli però c'entra poco con il mio passato: stavamo perdendo, così sono andato a saltare su un angolo a favore ed è andata bene".

Toldo come idolo

Dall'attacco alla porta il passo è stato breve, merito in particolare di uno dei grandi numeri 1 italiani: "Il primo in assoluto fu Francesco Toldo. Mi innamorai di lui grazie agli Europei del 2000. Le sue parate contro l'Olanda le ricordo ancora oggi, compresi i rigori neutralizzati. Di quella partita avevo anche la videocassetta che ho praticamente consumato. Ogni volta che la guardavo, mi dicevo dentro di mettercela tutta per diventare come lui. E' nata così la mia passione per il ruolo del portiere".


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