Dai -9 di Fascetti a Sosa-Riedle e Gascoigne: la Lazio di Calleri e il passaggio a Cragnotti

Presidente di anni difficili, capace di risanare i conti e gettare le basi dei successi degli anni novanta: un addio che lascia un grande vuoto
Dai -9 di Fascetti a Sosa-Riedle e Gascoigne: la Lazio di Calleri e il passaggio a Cragnotti© Bartoletti
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ROMA - Criticato, ma anche celebrato. Si sa, essere presidente di una squadra di calcio è mestiere difficile. Ma Gianmarco Calleri, compianto patron della Lazio scomparso all’età di 81 anni, resta uno dei personaggi più celebri e importanti della storia biancoceleste. Da calciatore un solo anno senza mai lasciare il segno nella stagione 1962-63. Poi nel 1986, con il fratello Giorgio, entrano nei quadri presidenziali della società capitolina. L’accordo con il finanziere Renato Bocchi porta all’acquisto del 49% della proprietà, con la restante maggioranza nelle mani dello stesso Bocchi.

Gli anni bui e la rinascita

Calleri si ritrova in Serie B con Fascetti alla guida della squadra: vede la retrocessione e conta i meno 9 punti inflitti dalla giustizia sportiva. Fa scelte drastiche per rimettere in ordine i conti, poi nel 1988 il ritorno in Serie A. Diventa presidente a tutti gli effetti e inizia a gettare le basi per un grande futuro. Iniziano i lavori per regalare un nuovo centro sportivo alla Lazio. Nasce sotto la sua guida il progetto Formello. Il bilancio sorride, i tifosi un po’ meno, alle prese con risultati sportivi non proprio eccezionali. Porta la sua firma l’arrivo di Gascoigne per 15 miliardi nel 1992, poco prima di lasciare la maggioranza della Lazio a Sergio Cragnotti. Prima, a febbraio del '92, cede il 10% delle quote. Poi l'intera maggiornanza per 25 miliardi di lire. I grandi colpi di mercato firmati Calleri sono Ruben Sosa, Amarildo, Riedle e Doll. Tutti calciatori capaci di lasciare il segno con la maglia laziale, che ricordano un altro tipo di calcio. Romantico, avventuriero, fantasioso e speciale. Calleri da presidente è riuscito in una grande impresa: far innamorare i tifosi di una Lazio poco vincente, ma terribilmente bella e passionale.


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