Lazio, la reazione dei giocatori dopo la frase di Mourinho: è già derby!

La frecciata dello Special One dopo l'eliminazione dei biancocelesti dall'Europa ha ricompattato la squadra di Sarri
Daniele Rindone
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Ci pensa Mourinho, provocator dei provocatori, a ricompattare la Lazio, a spazzare le tempeste di Formello. E’ Mou il nuovo essenziale punto di riferimento dei derby, suscitatore di reazioni ed emozioni con la sua spiritosità. Da un anno e mezzo cerca lo spunto facile e su misura per inscenare corpo a corpo dialettici, a volte la mossa s’è rivelata un boomerang, a volte no. «La Lazio non avrà una terza competizione europea, vero? È così, purtroppo», è la battuta che Mourinho ha rifilato ai biancocelesti dopo il pareggio con la Real Sociedad e la qualificazione ai quarti di Europa League. Sarri non ha replicato e non replicherà oggi. Le parole di Mou, datate giovedì sera, sono rimbalzate in differita, quando Mau aveva già lasciato la conferenza post-AZ Alkmaar e aveva completato il giro delle interviste televisive. Oggi non parlerà, non l’avrebbe fatto comunque, così come non lo farà Mou (squalificato). Sarà un altro derby silenziato, lo stesso è accaduto all’andata. Le prime parole di Sarri, salvo sorprese, si conosceranno domani nel prepartita.

La ricostruzione della reazione della Lazio alle parole di Mourinho

E’ tormentosa e ciclica, ormai scontata, l’incursione pre-derby dello Special One. L’anno scorso, dopo la qualificazione della Roma contro il Vitesse in Conference, prima del derby di ritorno si presentò in tv e disse: «Sono contento perché abbiamo passato il turno, non sono contento perché la Lazio sta fumando la sigaretta con Sarri sul divano e noi abbiamo giocato con tanti giocatori che giocheranno domenica. Io vado al campo per pensare a come batterli e a come recuperare i giocatori». Sarri, pur di rispondergli per le rime, finse di aver smesso di fumare: «La rivalità con Mourinho? Non la sento. Non siamo più importanti noi di Lazio e Roma. Quando ci ho parlato mi ha sempre fatto una buona impressione, ma quando dice che mentre loro giocano in Conference il giovedì e io fumo sul divano sbaglia, è arrivato tardi. Ho smesso da diversi giorni di fumare. Magari a breve ricomincerò». In estate era nato un botta e risposta di mercato. Partì Mou, al solito: «Sento dire che siamo candidati per lo scudetto e la cosa mi sorprende. Sul mercato abbiamo speso 7 milioni, allora vuol dire che ci sono 18 candidati allo scudetto, visto che solo Lecce e Sampdoria hanno speso meno di noi. La Lazio, ad esempio, ha speso 39 milioni di euro. Cosa vuol dire, che è candidata anche lei al titolo?». Sarri lo solleticò: «Noi non abbiamo speso, abbiamo investito. Ringrazio Josè per la fiducia, cercherò di accontentarlo e al tempo stesso dico a lui che se quest’anno la Roma dovesse arrivare seconda sarebbe una grande delusione». Sarri non ha mai fatto la prima mossa, di base ha sempre contrattaccato. Solo di recente ha stuzzicato Mou, è successo quando ha commentato la squalifica sospesa e poi comminata dopo il caso Serra: «Io sono stato squalificato (dopo Milan-Lazio del 2021, ndr) con due referti diversi tra arbitro e procura federale che erano vicini. Quindi uno dei due non era veritiero. La sospensione e il trattamento di Mourinho? Per la carriera». Diceva Napoleone Bonaparte che «con le baionette si può fare di tutto, tranne sedercisi sopra». Pungono. Vale anche per certe battute graffianti di Mou.


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