FORMELLO - È sempre un ritorno al futuro il ritorno di Immobile a Formello. Capitan Ciro, della Lazio e ora dell’Italia, è tornato ieri a casa, dove si rimette subito in gioco, dove i sogni non sono a metà. In mattinata ha lavorato a parte con tutti gli altri nazionali, nel pomeriggio s’è piazzato al posto di comando. Era spedito, forse più del solito. Non c’è stato bisogno di ulteriore riposo, di una ripartenza soft. Sarri l’ha schierato con Isaksen e Pedro, ha mischiato i tridenti salvaguardando Zaccagni (non ha svolto le prove). L’altro attacco era formato da Felipe Anderson, Castellanos e l’adattato Basic. Ciro non ha perso tempo, s’è catapultato in campo, punta Juve e Atletico. E’ stato un viaggio andata-ritorno senza danni, la panchina di San Siro ha fatto piacere a Sarri, non ha fatto correre rischi al suo centravanti e gli ha permesso di rifiatare dopo la partita con la Macedonia. Ora sta a Mau non sbagliare, decidere quanto utilizzarlo tra sabato e martedì, tra l’anticipo di Torino e l’esordio con l’Atletico in Champions. Si giocherà nel giro di quattro giorni. Non è immaginabile il turnover, solo una staffetta in corsa con Castellanos. Dipenderà da molti fattori. Lo sviluppo della partita, il risultato, la tenuta fisica di Ciro. E’ difficile pianificare la sua gestione a priori, può esserci un’idea di base, le decisioni saranno prese in corso d’opera. Si giocherà sabato e martedì, di nuovo sabato (23 settembre) contro il Monza, il 27 nel turno infrasettimanale con il Torino all’Olimpico e tre giorni dopo a San Siro contro il Milan. Poi ci saranno le sfide contro Celtic (4 ottobre) e Atalanta (8 ottobre). Non si possono ripetere gli errori di un anno fa, quando Ciro fu spremuto, quando non riusciva a scampare agli infortuni. Sta a Sarri e allo stesso Immobile calibrare gli sforzi, sfruttare i pochi giorni di riposo per prevedere una tabella di recupero e di prevenzione.
Il colloquio
Sarri ha parlato con tutti i nazionali, il colloquio con Ciro è abituale. L’anno scorso aveva iniziato a gestirlo evitandogli molti finali di partita, a volte sostituendolo dopo una ventina di minuti dall’intervallo. Nelle prime tre partite di quest’anno l’ha tenuto in campo fino all’ultimo, la sostituzione di Napoli è avvenuta in pieno recupero. Ma da sabato in poi cambierà il calendario, ci saranno nuovi ritmi. Sarri ha spinto molto per avere un vice Ciro, deve riuscire a gestirli per far sì che l’attacco resti coperto in ogni partita. Il turnover deve fare ricca la Lazio, ricca di alternative, ricca di risultati. Se è vero che l’organico non è più limitato è l’ora di dimostrarlo. Riuscendoci sarà un vantaggio anche per Mau, per navigare più serenamente tra campionato e Champions.
La ripartenza
Ciro aveva lasciato la Lazio a Napoli, nella notte del trionfo. Era stata la trecentesima partita da laziale, il traguardo è coinciso con il colpaccio. Immobile ricomincia da 300 presenze e 197 gol in biancoceleste, è il suo infinito. Sono invece 195 i colpi totali in Serie A (firmati con le maglie di Lazio, Torino, Genoa e Juventus). Insegue record su record, è una corsa continua. A Lecce aveva detto di sentirsi bene, segnò e colpì una traversa. Col Genoa è rimasto a secco e ha colpito un’altra traversa. A Napoli è stato al servizio della squadra: «Quando sono in partita mentalmente e fisicamente riesco a dare il mio contributo. Siamo in crescita di condizione e questo è un bene», aveva detto al Maradona. «Volevamo dare una svolta, mentalmente non siamo arrivati nel migliore dei modi alle prime due partite, soprattutto contro il Lecce. Anche lo scorso anno siamo venuti fuori alla terza partita, probabilmente i carichi di lavoro sono fatti in modo che la squadra inizia a carburare dopo la sosta, quando arrivano i tanti impegni ravvicinati», aveva aggiunto il capitano. Si riparte da qui.