ROMA - Nel terreno arido del nostro calcio ogni tanto nasce un Fiore. Anche se Stefano Fiore, quello vero, resta un raro e sempio di come si possa essere eclettici senza finire sul banco degli imputati per non aver conseguito una specializzazione in un ruolo : «Oggi ci sono diversi calciatori-jolly. Penso a Raspadori, ma anche a Guendouzi che in mezzo al campo può fare tante cose e a Napoli mi è piaciuto tantissimo. Io però sono stato un precursore perché giocavo ovunque: davanti alla difesa, esterno, trequarti, interno di centrocampo...». Fiore oggi si diverte come tanti ex colleghi con il padel – è stato tra i protagonisti dei “Padel Awards” del Corriere dello Sport-Stadio al Foro Italico e della sfida tra ex calciatori del Nord e del Sud – ma la Lazio resta un pensiero costante nella sua testa.
E oggi i biancocelesti riaprono il campionato a Torino…
«Sì, dove ho segnato una doppietta nel 2002, l’ultima vittoria laziale in casa della Juve prima di quella del 2017 firmata da Immobile. Quando ripenso ai quei due gol ancora mi emoziono».
La Lazio le è rimasta dentro.
«Certo. E continuo a seguirla con tanto affetto».
Ci dica, allora, che Lazio sta vedendo?
«La squadra mi piace. Sarri continua a dare a questo gruppo una mentalità propositiva e un gioco divertente».
I tifosi si chiedono “siamo quelli di Lecce e Genoa o quelli di Napoli?“. Lei che idea si è fatto?
«Quelli di Napoli. Perché al Maradona abbiamo visto la Lazio dell’anno scorso e quella magia non può scomparire di colpo. Anche a Lecce la squadra è stata in controllo della partita per più di un’ora e col Genoa c’è stata un po’ di sfortuna. Ripetersi in casa della Juve non è mai stato semplice, ma io ho fiducia».
Martedì comincia anche la Champions. Sensazioni?
«Mi aspetto che la Lazio se la giochi già contro l’Atletico di Simeone. E il girone non è impossibile. Può passare agli ottavi».
Tra la Lazio e Zaccagni la situazione sembra tesa per la questione del rinnovo.
«Mattia viene dalla miglior stagione della sua carriera. Migliorarsi ancora non sarà semplice, ma il ragazzo deve porselo come obiettivo e mi sembra che anche Spalletti ci punta in Nazionale. Consiglierei alla Lazio di blindarlo, ma sulla questione bisognerebbe sentire Lotito».
A proposito di jolly, sarà la Nazionale di Raspadori?
«Ha un’intelligenza calcistica notevole, a me piace tantissimo. Purtroppo gli manca qualche centimetro».
Oggi è anche il giorno di Inter-Milan. Chi è più forte?
«Come progetto a medio termine mi intrigano di più i rossoneri perché sono partiti forte pur avendo cambiato molto. L’Inter è una certezza: non me ne voglia il mio amico Simone, ma per me resta favorito per lo scudetto».