Lazio, Provedel si confessa dopo il gol: “Da bambino sognavo la Champions”

L’impresa contro l'Atletico Madrid del portiere laziale entra nella storia e fa il giro del mondo
Fabrizio Patania
5 min

Gianfranco Zigoni, l’attaccante con la pelliccia di Verona, Juve e Roma, anni Settanta, ieri lo ha chiamato per fargli i complimenti da Oderzo, provincia di Treviso. Ivan Provedel, quando aveva dieci anni, era il suo centravanti negli Esordienti del Basalghelle. «Ogni tanto lo mettevo in porta per accontentarlo, ma era il più alto, segnava raffiche di gol e anche la mamma voleva giocasse fuori» ci raccontò. Il portiere della Lazio sarebbe riuscito solo cinque anni dopo, quando ne aveva compiuti quindici e dopo aver lasciato gli Allievi del Treviso, rifiutandosi di firmare il cartellino per giocare come centravanti, a trovare una squadra, il Lia Piave, disposta a metterlo tra i pali. Voleva parare, non segnare. Impiegò una sola stagione per dimostrare le sue prospettive: Michelangelo Mason, all’epoca preparatore dei portieri della Primavera, lo portò nel vivaio dell’Udinese, dove entrò in concorrenza con Scuffet e Meret, appena più giovani. Curioso il destino. Nell’estate 2022, quando Lotito non chiudeva la trattativa con lo Spezia, per qualche ora Giuntoli e Spalletti, oggi ct della Nazionale, provarono a portare Provedel al Napoli.

Provedel, i complimenti di Buffon

Martedì notte, nella zona mista dell’Olimpico, quando ha sentito parlare di storia e di Champions, Ivan ha pensato a Buffon. «Farei a cambio con un quarto della sua... Ci credevo, ho visto Luis Alberto, ci siamo guardati, di solito mette così la palla e mi sono infilato nello spazio. E’ andata bene e non voglio passare per quello che non sono. Il gol è stata un’emozione straordinaria, ma preferisco parare, vorrei evitare i gol, in questo periodo ne stiamo prendendo troppi». Ieri sono arrivati anche i complimenti di Gigi. Il nuovo capodelegazione dell’Italia a Coverciano aveva parlato dei portieri azzurri. «Provedel è stato il miglior portiere del campionato, Vicario sta andando fortissimo in Premier, Meret ha vinto lo scudetto. Poi ci sono altri giovani in gamba come Di Gregorio e Falcone. Diciamo che nel ruolo, se Donnarumma si fermasse per un raffreddore, siamo coperti».

"Milinkovic mi ha ispirato"

La storia sportiva di Provedel è conosciuta. Sartori, all’epoca diesse del Chievo, investì per primo sul suo talento. A Empoli l’altro passaggio decisivo in carriera, compreso il prestito alla Juve Stabia, dove non solo segnò di testa (il 7 febbraio 2020 al 95’, 2-2 con l’Ascoli) ma riuscì a rilanciarsi dimenticando un infortunio terribile: un chiodo lungo 28 centimetri e 2 viti per guarire la frattura alla tibia riportata l’anno prima durante un allenamento. Il resto lo ha fatto con Italiano e Thiago Motta nel Golfo dei Poeti, dove ha raggiunto la consacrazione. E’ il primo portiere nella storia della Lazio a segnare di testa, il secondo in Champions dopo Sinan Bolat nel 2009 al 95’ di Standard Liegi-Az Alkmaar (1-1). Identico risultato, una sola differenza. Ivan ha segnato saltando in terzo tempo come un cestista, un po’ alla Milinkovic, in certe partite centravanti aggiunto a Ciro. «Sì, Sergej mi ha ispirato. E sono sicuro sia contento per il mio gol. A chi lo dedico? Al bambino che sognava la Champions». Provedel non ha spiegato se da bambino sognasse un gol o una parata in Champions: per togliersi il dubbio, nel giro di pochi minuti, ha evitato lo 0-2 di Lino e ha firmato l’1-1. Doppia libidine.

Il mito di Lev Yashin

E’ cresciuto nel mito di Lev Yashin, andò persino a visitarne la tomba. Il leggendario numero uno dell’Unione Sovietica era vicino di casa dei nonni, che abitavano in Kutuzovskij Prospekt, una delle vie di scorrimento principale della città, sulle sponde del fiume Moscova. Ieri gli ha telefonato nonna Lidia da Mosca. Ivan non riesce a vederla dal 2018: la guerra dopo il Covid e l’operazione alla tibia. Mamma Elena vive in Veneto. Professoressa d’inglese, lavorava come inteprete per alcune aziende italiane: così conobbe papà Venanzio, in Russia per lavoro, prima di sposarsi e trasferirsi a Pordenone.


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