ROMA - Il ds Fabiani, dal confronto di ieri a Formello, è uscito ancora più convinto rispetto a martedì: la squadra è con Sarri. Le tensioni di lunedì mattina, quando era andata in scena la riunione vibrante tra tecnico e giocatori, sarebbero state chiarite. Mau, analizzando il crollo di Bergamo, si era preso le sue responsabilità, come ha sempre fatto e spesso pubblicamente dopo le sconfitte più pesanti, per cercare una spiegazione plausibile. La stessa Lazio, sino a venti giorni fa, stava funzionando: cinque vittorie di fila compreso il derby di Coppa Italia. Può essere normale perdere con Inter e Atalanta, ma in un altro modo, non solo accendendosi negli ultimi 20-25 minuti con l’ingresso di Immobile e Pedro (buoni segnali). Malumori ci sono, qualcosa sul campo va rivisto, perché la fase offensiva negli ultimi trenta metri non funziona da mesi (le spiegazioni sono semplici), ma nessuno ieri si è sognato di puntare l’indice contro l’allenatore di fronte alla società. Sarri peraltro aveva lanciato una provocazione all’interno dello spogliatoio, un modo per responsabilizzare i giocatori e metterli di fronte al proprio rendimento: in diversi casi scadente, bisogna riconoscerlo nello stesso modo in cui si lamentano i mancati rinnovi o le promesse non mantenute.
Passo Sarri
Il chiarimento tra società, staff tecnico e squadra, consumato in mattinata, ha prodotto segnali distensivi all’interno dello spogliatoio e si è tradotto, subito dopo, in un buon allenamento. Mau ha colto l’atteggiamento positivo del gruppo e dopo la lezione video ha deciso di cancellare la seconda seduta di allenamento, prevista nel pomeriggio. Nelle ultime settimane, la tendenza a moltiplicare gli allenamenti, anche nel giorno di vigilia, avrebbe prodotto l’insofferenza della squadra. A volte può essere utile, per ottenere una qualità migliore nell’allenamento, alleggerire i carichi. In ogni caso, fanno sapere da Formello, le risposte ottenute ieri dai giocatori, sul campo e non solo, sarebbero state confortanti. Del resto, come sottolinea Fabiani, sono stati quasi tutti scelti o voluti da Sarri. Gli scontenti, come succede in qualsiasi spogliatoio, sarebbero un paio. Peraltro è la squadra al suo interno a dover ritrovare unità e compattezza: alla festa di Hysaj erano in pochi. La società, con contratti e adeguamenti, si sta adoperando per riparare guasti provocati, è inutile girarci intorno, dal rinnovo estivo di Luis Alberto, tollerato poco dai compagni che erano in fila come o prima dello spagnolo.
Società
Un fatto è certo e lo ricorderà Lotito, senza alzare i toni, atteso tra oggi e domani a Formello. Niente esonero. Il presidente è pronto ad approfondire il caso, parlerà anche con il tecnico (è ovvio e scontato), ma lo sta proteggendo. Mau, per la prima volta, è stato contestato dalla Curva. Stagione apertissima, da decidere in un mese: ottavi Champions, meno 5 dal quarto posto con una partita da recuperare a Torino, le semifinali di Coppa Italia ad aprile con la Juve. Lotito è abituato a fare i conti a fine stagione, analizzando i risultati. Sopravvaluta l’organico (è un classico), ma non caccia gli allenatori, eventualmente crea le condizioni per una separazione. I suoi umori sono ballerini, continue altalene, oggi è ancora vicino e dalla parte di Mau, che vive un momento extracalcistico delicatissimo. E solo per questa ragione, sapendo che non ha saltato un solo allenamento e sta dando tutto per la Lazio, il tecnico meriterebbe un rispetto superiore. Tra dicembre e gennaio stava rimettendo in piedi la squadra. La missione in Arabia Saudita, diventata una vacanza per tutti (dirigenti compresi), si è trasformata in un boomerang. Resta un fatto inconfutabile: venti giorni fa ha vinto il quarto derby su sei e ha contribuito all’esonero di Mourinho. Solo per questo, senza considerare i milioni spesi dall’Atalanta per acquistare De Ketelaere e Scamacca, ogni tanto sembra di essere finiti su scherzi a parte.