Di Bello, la strategia di Lotito dopo Lazio-Milan: ecco le cause che farà partire

Dopo i casi di venerdì il presidente pronto ad aprire vari fronti per tutelare la società e cambiare il sistema. Confronto con gli avvocati, potrebbe rivolgersi alla magistratura
Daniele Rindone
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ROMA - È tornato il Lotito da un giorno in pretura, presidente da Tribunale, a tutta causa. «La Lazio si farà valere nelle sedi preposte. Certi episodi si ripetono da diverso tempo. Vedremo di farci valere con altre istituzioni», avvertiva venerdì passando da una sala all’altra dell’Olimpico. E’ pronto a rivolgersi alle sedi preposte e non preposte. Coni, Figc (aprendo nuovi fronti di battaglia), Ministero dello Sport, Governo, interrogazioni parlamentari, finanche la magistratura se riterrà di poterlo fare, vincoli di giustizia permettendo, c’è l’ostacolo clausola compromissoria. Ma potrebbe essere “aggirata” presentando una denuncia contro ignoti. In che termini e contro chi si muoverà Lotito non è ancora chiaro, la mossa è allo studio. La Lazio si tutelerà. Dopo l’offensiva, il silenzio. Il presidente ieri ha staccato i telefoni. Si è confrontato con l’avvocato Gentile, ha provato a capire se ci fossero le condizioni per chiedere la ripetizione della partita per errore tecnico, legato al mancato rigore su Castellanos. Non ci sono.  

La beffa e gli episodi del passato

E’ stato grottesco il contrappasso che ha dovuto subire Lotito nella notte di Lazio-Milan. Solo poco tempo prima, in un consesso romano, evocava le vie legali lanciando stoccate, da consigliere federale per la Lega di A, contro la Figc: «Facciamo causa per un modello Premier». Due giorni dopo s’è trovato a denunciare nuovi torti arbitrali: «Non faccio dietrologia». La fa. Per il presidente della Lazio è stato l’ultimo colpo alla credibilità del sistema che a suo avviso va riformato. «Manca affidabilità. La Lazio ha subito una violenza, vedremo di farci valere in altre istituzioni», la denuncia fatta in tv. E’ stata valutata dalla Procura federale, ma al momento non ha aperto procedimenti. Lotito ha invocato «istituzioni terze per porre fine a situazioni incresciose». Per terzietà intenderebbe la gestione del mondo arbitrale, conglobato nella Figc e coinvolto nell’elezione del presidente federale. A suo avviso va scorporato. Era il 2015 e Lotito già allora denunciava «gli arbitri ce l’hanno con me eppure da consigliere ho fatto tanto per la loro associazione». Non è solo una battaglia per la Lazio, nella nuova crociata del presidente c’è il bisogno di chiarezza che il calcio chiede a se stesso. Ci si può perdere nelle analisi di politica-sportiva, al di là di battaglie e beghe eterni la società continua a denunciare ingiustizie.  

Lazio, il dossier degli errori arbitrali

Resta sotto accusa l’inaudita direzione di Di Bello. Il rigore di Maignan, le espulsioni di Pellegrini, Marusic e Guendouzi. Si aggiungono ad una collezione horror. Al Maradona, a settembre, l’arbitro era Colombo, il Var Di Paolo (lo stesso di venerdì). Fu annullato due volte l’1-3, sempre dopo intervento del Var. Prima a Zaccagni, poi a Guendouzi. Ancora prima, con il Genoa in casa, i biancocelesti avevano dovuto subire l’arbitraggio di Marinelli: intervento di Bani da dietro, in scivolata, su Zaccagni, contatto tra il ginocchio sinistro del giocatore rossoblù e il piede destro dell’attaccante biancoceleste. Nessun segnale dal Var Mazzoleni. La Lazio aveva protestato anche per la spinta di Dragusin su Immobile. E poi il piede di McKennie dentro-fuori la linea del fallo laterale (prima del gol di Vlahovic) e il metro arbitrale deciso da Maresca nel secondo tempo di Juve-Lazio, implacabile con i bianconeri. Quel cambio di direzione fece sospettare una sensazione di compensazione. Decisioni che portarono al primo silenzio stampa del club. Pesante anche la mancata espulsione di Gyomber in Salernitana-Lazio, in ritardo su Marusic. Arbitro Prontera, mancato secondo giallo. I casi di Lazio-Bologna sono freschissimi: El Azzouzi su Patric, Fabbian su Immobile, contatto Ferguson-Isaksen, gomitata di Ferguson a Cataldi. Di Bello ha arbitrato la Lazio tre volte quest’anno. Tre anche Maresca. Sempre rinviati, ad arbitrare. 

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