ROMA - Guardarsi indietro per andare avanti. Tijjani Noslin era arrivato da centravanti, giocava d’anticipo, sprizzava gioia, s’era presentato dicendo «sono felice di essere qui, voglio diventare una leggenda anch’io». Immaginava di dividere il posto solo con Castellanos dopo l’addio di Ciro, aveva regalato quattro gol nelle amichevoli di Auronzo. Sembrava tutto oro quello che luccicava, ma dopo la rete di Cadice, segnata subentrando, fece un’ammissione: «Per me l’inizio è stato un po’ difficile ma tutto lo staff mi ha aiutato da subito. Qui sono felice e pian piano raggiungerò il top della forma». Forse è stata questa rivelazione a far crescere incertezza e a spingere la società e Baroni a richiamare Dia. Noslin se l’è visto spuntare e s’è ritrovato a fare l’ala contro il Venezia e l’Udinese, fino a vedersi in panchina contro il Milan. Oggi che Baroni ha approvato il modulo con le due punte, per l’olandese scatta il momento della riscossa.
Le rotazioni
Il tecnico è stato chiaro con tutti: «Non c’è tempo». Sorpassi e controsorpassi nelle gerarchie ci sono stati e ci saranno. In avanti c’è molta scelta e i segnali di riscossa di Isaksen aggiungono un concorrente ai posti. Noslin è stato sorpassato da Dia da centravanti e da Tchaouna da ala, sfrutterà la sosta per riprendersi il posto con il Verona, la squadra che l’ha lanciato e che gli ha permesso di conquistare la Lazio. Il francese ha steccato contro il Milan, ora rischia lui di tornare in panchina. Noslin fiuta l’occasione di riprendersi il posto, ma deve dare di più. A Udine e contro il Milan è stato impalpabile. Una crisi di fiducia può starci, deve avere la forza di rilanciarsi subito ritrovando la verve del giorno della presentazione, quella vista negli allenamenti di Auronzo, per quanto mascherasse quel disagio confessato a metà agosto. Contro il Venezia aveva dato segnali, sono rimasti gli unici. «Baroni mi sta aiutando tanto a inserirmi in squadra. È più facile per me giocare con lui perché già ci avevo lavorato l'anno scorso e so come funziona il suo modo di giocare. Sono felice di aver iniziato dal primo minuto contro il Venezia, spero di essere sempre più importante per la squadra. Era la prima volta da esterno», le parole dell’olandese. A Udine tutta la Lazio è andata male, s’è salvato solo Taty. Col Milan sono stati promossi l’argentino e Dia, in coppia hanno dimostrato di poter giocare.
Il ruolo
Noslin deve farsi trovare pronto a sdoppiarsi. Oggi è considerato più ala che centravanti, ma capiterà di giocare da prima punta. Il doppio ruolo può consentirgli di avere più spazio, sta a lui conquistarlo. L’investimento della Lazio è stato pesante: 8,5 milioni più premi fino a un massimo di 9,7 milioni (anche 368.000 euro di premio formazione), è prevista una percentuale del 10% da riconoscere al Verona in caso di rivendita futura. Totale di poco più di 18 milioni, se tutti i premi venissero riconosciuti. Baroni ci crede ciecamente: «La bellezza di questo ragazzo è che ha mobilità, è libero da schemi e può giocare in qualunque ruolo in attacco. Ha velocità, ha gamba, tecnica e può calciare con entrambi i piedi. Tutte queste caratteristiche lo mettono in condizione di svariare su tutto il fronte d’attacco. Può giocare anche da esterno», aveva detto a Cadice. A Verona lo impressionò subito, lo lanciò titolare dopo la rivoluzione di gennaio. Noslin, fino a maggio, ha regalato al tecnico 5 gol e 4 assist pesantissimi per la salvezza. Baroni è convinto che può ripetersi e migliorare. La maglia della Lazio pesa, la concorrenza è più pressante, il cambio di ruolo e di modulo può aver creato una crisi d’identità o di vocazione tattica. Noslin riparte alla riscossa.