"Non sarei mai andato via dalla Lazio. Sarei rimasto a vita". Inizia così una lunga lettera firmata da Luis Alberto e pubblicata da Cronache di Spogliatoio. Il centrocampista spagnolo, che oggi gioca in Qatar, con l' Al-Duhail, ricorda la sua avventura alla Lazio e i motivi che lo hanno spinto lontano dalla capitale. "Perché sono andato via? Ditemi uno che è uscito bene dalla Lazio. Fanno così: guardate ora proprio Cataldi… era lì fin da piccolo. È un peccato perché poi vedi altre squadre che si comportano diversamente: almeno ti fanno fare un saluto o una conferenza stampa. Radu, ma anche con Lulic e Milinkovic-Savic, a nessuno di loro è stato concesso. Tutti escono male perché non parlano in faccia, è un peccato.
Luis Alberto e la lettera ai tifosi
Luis Alberto è molto critico con i dirigenti del club. "La Lazio è una società speciale, però non per le persone che ci sono dentro, ma per quello che c’è fuori, che è una roba pazzesca. Ho tanti amici tifosi, quando parli con loro è tutto. C’è gente che lo mette davanti alla famiglia. Noi eravamo felici dentro perché c’erano Inzaghi e Tare. Con Igli ho litigato mille volte, ma sapevamo che eravamo due persone giuste e trovavamo la ragione. Dopo quel periodo è finito tutto. Quella è stata la differenza, anche quando è andato via Sarri, era finito il ciclo. Avevo appena rinnovato, per me l’idea era restare a vita. Non mi andava però di rimanere in un posto in cui non vedevo niente di pulito. Non sono mai stato zitto. Era il momento di andarmene e stare più tranquillo calcisticamente. Quando sono andato via dalla Lazio, ho detto che non sarei andato in un’altra squadra italiana. Non volevo".