© LAPRESSE
I tesori Dia e Castellanos, accoppiata perfetta, raccontano la capacità di Baroni di plasmare. Sette gol in due, quattro in quattro partite da titolare per il senegalese, tre per l’argentino in campionato. Una coppia così prolifica non si sta vedendo in Italia. Torneranno in coppia domenica a Torino, alla fine Taty ha saltato solo la partita di Firenze, in Coppa è subentrato. Giocano ad armi pari, si scambiano le posizioni, sono un altro dei segni della formula Lazio. Avere già due centravanti con un bottino di 7 gol è una benedizione per una squadra inconcludente, lo era stata l’anno scorso. La proiezione li vede entrambi in doppia cifra, devono continuare a colpire a ritmo sostenuto. E’ partito dai gol, Baroni. E quelli presi non lo hanno spinto a cambiare modulo, a frenare. Ha dovuto ripotenziare la squadra per ridarle voglia e un senso offensivo. Lavora per perfezionarla. Dia si è rivelato subito un valore aggiunto eppure è arrivato per ultimo dal mercato degli attaccanti. Prima Noslin, poi Tchaouna. Tutti e due con i denti da latte. Noslin è in crisi d’identità, ha accusato il cambio di dimensione e di pressioni, non l’ha aiutato l’arrivo del senegalese, obbligatorio considerando gli impacci dell’olandese. Tchaouna ha potenzialità, deve riuscire a calibrarle e concretizzarle. «Il mio compito è deresponsabilizzare i giovani», il paravento di Baroni. Vuole far esplodere entrambi e tiene pronta la carta Pedro, parte sempre con vigoria, deve riuscire a mantenerla. A loro si aggiunge Isaksen, rivalutato dal tecnico.
Lazio, il colpo Dia e le parole di Lotito
Per tornare a Dia, preso per 11,5 milioni, riscatto da versare nel 2026, è un colpo messo a segno con avvedutezza. Per fortuna della Lazio era ancora sul mercato ad agosto, relegato a Salerno dopo la querelle con Iervolino, nessuno ha avuto il coraggio di puntarci. E’ un gioiello che ha il corpo e il respiro dell’attaccante “elastico”, adattabile in più ruoli, prezioso in tutte le fasi. Gambe che spingono, piedi buoni per i gol e per gli assist. E poi c’è Castellanos, alla prima stagione da titolare, senza più pesi sulle spalle, senza più il mitico Ciro davanti, ora più mitologico. A Torino rientrerà con l’idea di confermarsi in modalità bomber. E con la speranza di essere confermato da Scaloni nell’Argentina dopo l’esordio di qualche settimana fa. Lotito. Della Lazio, dopo il blitz di Amburgo, ha parlato Lotito, intercettato vicino al Senato: «La Lazio vince? Non si tratta di essere contenti, ma di prendere atto di una situazione che conosco, sulla quale ho investito e che spero prosegua bene». Sulle contestazioni dei tifosi: «Io non ho nessun problema con loro, ho fatto delle scelte e mi sono preso la responsabilità di ciò che ho deciso con coraggio, anche controcorrente. Io parlo con la testa, sono un presidente-tifoso e non un tifoso-presidente. Faccio l’interesse esclusivo della società e di conseguenza anche dei tifosi perché se la società è forte, è credibile e porta risultati, allora fa anche l’interesse dei tifosi».