Lazio, Tavares da impazzire: ora cerca il gol

Non solo il record dei 5 assist: è tra i difensori con più dribbling. Allena il tiro su azione e punizione
Daniele Rindone

Va come un treno, provate a prenderlo. Finora non ci è riuscito nessuno, solo Gyasi dell’Empoli l’ha frenato un po’, poi s’è scoperto che Nuno Tavares era indebolito dall’influenza. Quando ha ritrovato uno scatto d’energia è rimasto infilzato ed è finita com’è finita: con l’assist per Zaccagni. Provare ad acchiappare Tavares è la sfida e al tempo stesso la scommessa di questo inizio di campionato. Fanno impressione i suoi scatti e i suoi assist tanto che chiamarlo terzino è riduttivo e restrittivo. Andrebbe scritto “tutto” sotto la voce “ruolo”. Tavares è assistman (5), primo in assoluto in Italia, primo nei big-5 campionati d’Europa tra i difensori, secondo in assoluto dietro Baka dell’Arsenal (7 assist), ma è un’ala. Per Baroni è anche aiuto regista, molti palloni vengono smistati da sinistra: a Torino ne aveva toccati 67 (più di tutti), contro l’Empoli 55 perché nel primo tempo s’era giocato di più sulla destra (è entrato comunque nella top five della Lazio). Nuno è nella classifica dei dribblomani europei, vengono segnalati i difensori con più di 10 dribbling riusciti, ne ha piazzati 11, il record è 12.

L’esplosione

Il Tavares che si sta ammirando alla Lazio forse è paragonabile solo al Tavares di Marsiglia. Lo guidava Tudor e nel 3-4-2-1 ne fece un assaltatore di fascia. Gli segnò 6 gol, di assist neppure uno. Cinque passaggi d’oro non li aveva mai centrati, solo sommando tutte le cinque stagioni vissute nei campionati europei. In 86 presenze ne aveva firmati 4 con il Benfica e uno con l’Arsenal (altri assist erano stati collezionati nelle altre competizioni). Il Tavares della Lazio, un treno di lusso, lascia tutti nello sconcerto. Anche chi nelle prime settimane, tra ritiro ad Auronzo e a Formello, s’era preoccupato per la sua fiacchezza, dovuta all’infortunio iniziale e ad un po’ di inerzia. La società e Baroni, dopo averlo scosso con le parole giuste e due panchine (Venezia e Udine), hanno iniziato a goderselo. Ci sono giocatori che hanno bisogno di essere spronati per esplodere, è questo il caso. Dal Milan in poi, passando per Verona, Fiorentina, Torino ed Empoli, il portoghese è stato inarrestabile. I video dei suoi assalti, le accelerazioni da eccesso di velocità, vanno in loop sui social. Assale, sterza, affonda, con quel passo ampio fa della fascia un rettilineo e crossa. Ci vorrebbe il velocimetro, uno Speed real time per cronometrarlo. Baroni lo gestisce con il tocco del re taumaturgo, lasciandolo a riposo in alcuni dei giorni di sosta (come ieri), senza spremerlo in Europa, lasciando il posto a Pellegrini e permettendogli di rigenerarsi. Uno dei grandi dubbi era legato alle condizioni fisiche, non solo alla continuità.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il salto

«Sono veloce, so tirare bene con il destro, ma sono mancino. Posso dribblare, improvvisare», così s’era presentato all’Arsenal. «Ho imparato a gestire alti e bassi e questo mi ha reso più forte», così invece a Formello. Il Tavares della Lazio in allenamento sta lavorando sui tiri da fuori e sulle punizioni, non solo pennellate, anche missilistiche per aggiungere qualche gol. Finora i tentativi sono stati svirgolati o sparati alti. Chissà che un giorno... Tavares, dopo i ritardi estivi, mette fretta alla Lazio che corre nel nuovo futuro.


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Va come un treno, provate a prenderlo. Finora non ci è riuscito nessuno, solo Gyasi dell’Empoli l’ha frenato un po’, poi s’è scoperto che Nuno Tavares era indebolito dall’influenza. Quando ha ritrovato uno scatto d’energia è rimasto infilzato ed è finita com’è finita: con l’assist per Zaccagni. Provare ad acchiappare Tavares è la sfida e al tempo stesso la scommessa di questo inizio di campionato. Fanno impressione i suoi scatti e i suoi assist tanto che chiamarlo terzino è riduttivo e restrittivo. Andrebbe scritto “tutto” sotto la voce “ruolo”. Tavares è assistman (5), primo in assoluto in Italia, primo nei big-5 campionati d’Europa tra i difensori, secondo in assoluto dietro Baka dell’Arsenal (7 assist), ma è un’ala. Per Baroni è anche aiuto regista, molti palloni vengono smistati da sinistra: a Torino ne aveva toccati 67 (più di tutti), contro l’Empoli 55 perché nel primo tempo s’era giocato di più sulla destra (è entrato comunque nella top five della Lazio). Nuno è nella classifica dei dribblomani europei, vengono segnalati i difensori con più di 10 dribbling riusciti, ne ha piazzati 11, il record è 12.

L’esplosione

Il Tavares che si sta ammirando alla Lazio forse è paragonabile solo al Tavares di Marsiglia. Lo guidava Tudor e nel 3-4-2-1 ne fece un assaltatore di fascia. Gli segnò 6 gol, di assist neppure uno. Cinque passaggi d’oro non li aveva mai centrati, solo sommando tutte le cinque stagioni vissute nei campionati europei. In 86 presenze ne aveva firmati 4 con il Benfica e uno con l’Arsenal (altri assist erano stati collezionati nelle altre competizioni). Il Tavares della Lazio, un treno di lusso, lascia tutti nello sconcerto. Anche chi nelle prime settimane, tra ritiro ad Auronzo e a Formello, s’era preoccupato per la sua fiacchezza, dovuta all’infortunio iniziale e ad un po’ di inerzia. La società e Baroni, dopo averlo scosso con le parole giuste e due panchine (Venezia e Udine), hanno iniziato a goderselo. Ci sono giocatori che hanno bisogno di essere spronati per esplodere, è questo il caso. Dal Milan in poi, passando per Verona, Fiorentina, Torino ed Empoli, il portoghese è stato inarrestabile. I video dei suoi assalti, le accelerazioni da eccesso di velocità, vanno in loop sui social. Assale, sterza, affonda, con quel passo ampio fa della fascia un rettilineo e crossa. Ci vorrebbe il velocimetro, uno Speed real time per cronometrarlo. Baroni lo gestisce con il tocco del re taumaturgo, lasciandolo a riposo in alcuni dei giorni di sosta (come ieri), senza spremerlo in Europa, lasciando il posto a Pellegrini e permettendogli di rigenerarsi. Uno dei grandi dubbi era legato alle condizioni fisiche, non solo alla continuità.


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