ROMA - Gli incompiuti e gli incompleti. Arrivati per primi, utilizzati per ultimi. Sono tre con Noslin. Nella giostra del turnover ha avuto poco spazio, vive una storia al contrario. E’ l’acquisto più costoso, da un minimo di 15 a un massimo di 18 milioni di spesa in base ai bonus. Sfarzo del mercato, scelto da centravanti del presente e del futuro. Gli è accaduto l’esatto contrario: rimandato dopo un mese, scalzato da Dia appena arrivato, spostato all’ala, panchinato come un acquisto qualsiasi. E’ stato riproposto a Firenze perché non c’era Taty, poi solo presenze a tempo. Lanciato in Europa nel finale con la Dinamo (rosso dopo 3 minuti), riproposto a Torino (gol in un lampo), rimesso a sedere. «Tj deve stare tranquillo. E’ salito di livello in modo importante, la Lazio è una piazza prestigiosa. Deve essere leggero, le responsabilità sono mie, i ragazzi devono essere lasciati liberi di sbagliare. Noslin, Tchaouna e Dele-Bashiru hanno un percorso diverso rispetto a Dia che ha giocato nei tre campionati più importanti d’Europa. Devo dargli fiducia e serenità, serve solo questo», la rassicurazione di Baroni.
Noslin, i colloqui con Baroni
E’ l’allenatore che l’ha lanciato in Serie A, insieme hanno firmato l’impresa di Verona. Senza Noslin, 5 gol e 4 assist, non sarebbe stata possibile. L’olandese ha pagato l’emozione tutta in una volta. Smaliziato e scaltro, appena arrivato a Verona s’è esibito con nonchalance. Sembrava indomabile in campo. Le luci della ribalta e la chiamata della Lazio l’hanno trasformato in un ragazzo spaesato. Ha cercato di volare, non c’è riuscito per il peso delle ombre che ha iniziato a percepire. Si pensava che la sua delicatezza fosse robusta, non lo era. La forza di opporsi alle fragilità la sta cercando dentro di sé e gliela sta dando Baroni. Lo irrobustisce mentalmente e fisicamente con allenamenti intensi. Ci parla spesso, gli dà fiducia, lo spinge a crederci e a lavorare in tutti i ruoli dell’attacco. Da centravanti, da ala destra e sinistra, da sottopunta: «Può fare tutti i ruoli, è questa la sua bellezza», le parole del tecnico, dette pubblicamente, ripetute privatamente all’olandese. Solo un anno fa giocava in Olanda, nel Fortuna Sittard, città di meno di 50.000 abitanti. Oggi gioca in uno stadio popolato da almeno 40.000 tifosi.
Noslin, il rinforzo
Sbloccare Noslin varrebbe tanto per la Lazio. Un attaccante per tre ruoli, di 25 anni, è una rarità. E’ un investimento economico e tecnico. Il processo di adattamento è stato più lungo del previsto, anche questo avrà spinto tecnico e società ad aggiungere Dia. Proprio in quei giorni di agosto rimbalzavano le dichiarazioni dell’olandese: «Inizialmente non è stato facile, mi sono dovuto adattare a ogni aspetto di un grande club come la Lazio. Il mister, il suo staff e tutti i compagni di squadra mi aiutano quotidianamente». Parole ripetute anche a metà settembre. Due mesi dopo, con un’altra sosta da sfruttare, Noslin continua il processo di riavviamento. In attacco è rimasto solo lui con Taty, Zaccagni e Pedro, gli altri sono in nazionale. Pedrito, dall’alto del suo magistero, aiuta Baroni ad impratichire i giovani, la sua storia vale come scuola di classe e carattere. Finché ci sarà porterà avanti il suo doppio ruolo. Noslin è stato accolto con simpatia da tutti, è un ragazzo d’oro. Ha un sorriso timido, fanciullesco, che si allarga all’improvviso. Quanta voglia ha di esplodere s’è visto a Torino, entrando e lanciandosi in porta per il gol dell’1-3. Una fame furiosa, gli occhi di tigre e il ruggito di Verona. Quelli da avere sempre, da non perdere più.