I computer e le mappe colorate dei match-analyst aiutano a comprendere il raggio d’azione e la personalità di questa Lazio, che trascorre in media il 74% del tempo a creare densità tra centrocampo e attacco: 134 tiri, 54 in porta, 104 occasioni, 158 cross, 421 palloni recuperati, 22 gol in campionato, solo l’Atalanta (26) e l’Inter (24) hanno segnato di più. Sviluppo verticale della manovra e niente tiki-taka. Una mentalità che ha un principio di base: cercare il controllo della partita. Baricentro alto: l’obiettivo è piantare le tende nel giardino degli avversari. Marco Baroni ha costruito in centodieci giorni un gruppo che si distingue per stile e proposta di gioco. Ha dimostrato che si può trovare una prima quadratura del cerchio già durante il ritiro estivo. Gli schemi contano, ma è la forza del messaggio a fare la differenza. Lettura dello spazio, interscambi di ruolo, intensità, una media di 104,9 chilometri, un calcio che toglie riferimenti. Il tecnico ha saputo eliminare anche i vecchi dibattiti sui rischi del turnover, che nella Lazio produce solo vantaggi. La rotazione non ha determinato una squadra che viaggia con due cilindrate diverse e non ha generato problemi a livello di equilibrio tattico. Ventitré giocatori utilizzati tra serie A ed Europa League, compreso Hysaj, escluso poi dalle liste: dodici sono andati a segno. Otto gol sono nati dai cambi in corsa di Baroni, che ha vinto nove partite su tredici. Variano gli interpreti, ma l’atteggiamento rimane identico: distanze minime, reparti incollati, velocità, strappi, empatia, motivazioni, pressing sistematico, dinamismo e mobilità. La Lazio double-face ha sempre la stessa ambizione: comandare la partita. Non aspetta l’errore e il contropiede. Sedici gol, tra campionato e coppa, sono arrivati nel primo tempo. Niente calcoli, l’obiettivo è occupare le zone cruciali: una filosofia che ha restituito il divertimento ai giocatori e ai tifosi.
La brillantezza atletica è certificata dai nove gol realizzati nell’ultimo quarto d’ora: otto in campionato. La Lazio non ricerca solo l’aspetto estetico, anche se è seconda nelle statistiche dei dribbling riusciti (82), dietro la Fiorentina (85). Risulta difficile da fronteggiare e marcare per le varianti del suo 4–2-3-1: tutti sono portati a scambiarsi compiti e responsabilità. Dal calcio posizionale a quello relazionale. Può succedere che Rovella arretri sulla linea dei difensori, mentre Gila salga per impostare la manovra. Oppure che Zaccagni copra le spalle a Tavares, otto assist, candidato a diventare uno dei migliori acquisti dell’ultima estate in serie A, in rapporto al costo e alla qualità: il club di Lotito l’ha preso dall’Arsenal per cinque milioni, pagabili in diverse tranche fino al 2029.
Sette vittorie nelle ultime otto partite di campionato ed Europa League. Trentuno gol in tredici match: una media di 2,38. Quattro successi in cinque trasferte dal 25 settembre. Le sostituzioni di Baroni si sono rivelate decisive anche giovedì sera a Como. Dia è stato inserito nella ripresa e ha firmato gli assist per Patric e Castellanos. Tchaouna ha giocato undici minuti e ha timbrato il 5-1, sfruttando una discesa di Lazzari, entrato al posto di Marusic. Alla fine non sono mancati i complimenti di Cesc Fabregas, quindici trofei, una collezione che comprende due Europei e un Mondiale con la Spagna: un altro piccolo premio morale per la Lazio, considerando la storia prestigiosa dell’ex centrocampista, cresciuto con Guardiola e Wenger.