ROMA - «È stata una grande Lazio». La domanda post-Porto era “mister, possiamo dirlo che è stata grande?” e Marco Baroni, trasformando la suprema umiltà in supremo orgoglio, s’è sciolto nel primo sì consacratorio. Lo sguardo quieto e sfingeo ha lasciato posto ad un sorriso compiaciuto. E’ stato solo un attimo, poi è tornato a indossare la maschera impenetrabile, si è chiuso nella propria bolla, abituato com’è a vivere in penombra per educazione e inclinazione. Non ha cortigiani attorno, non è autocelebrativo. Marco Baroni è come dicono i suoi giocatori «un gran tecnico e un gran signore». In quattro mesi ha ridato alla Lazio tutto ciò che aveva perso, tutto ciò che serviva, valorizzando le intuizioni di mercato della società. Rovesciamento di pronostici, di valori, di prospettive. Ricostruzione dello spogliatoio, riorganizzazione del gioco. Baroni ha dato un nuovo futuro alla Lazio e la Lazio non vede altro che un futuro con lui.
Lazio, il contratto di Baroni
E’ legato al club da un contratto fino al 2026, è un accordo secco, senza opzioni di rinnovo. Non ci sono urgenze e in certi casi pesano anche motivi di scaramanzia, a tempo debito si inizierà a progettare la fase due. Il 2025 avrà come prima priorità la blindatura di Baroni, del nuovo contratto si potrebbe iniziare a parlare tra la fine del mercato invernale e l’avvicinarsi della primavera, anche solo per gettarne le basi, così da arrivare a fine anno con un’intesa di massima di almeno un anno in più (2027), evitando di iniziare la stagione in scadenza. Baroni guadagna 1 milione più bonus, l’ingaggio sarà revisionato, è il più basso delle squadre che stanno più in alto. Di meriti ne ha già acquisiti e Lotito, questo sì, sa prodigarsi, è tra i maggiori gratificatori quando riconosce il merito. Sarri rinnovò dopo il primo anno, arrivò nel 2021, firmò un biennale (ma con opzione). Nel 2022 allungò ufficialmente fino al 2025. Quanto Baroni sia coinvolto s’è visto dal primo giorno, oggi ancora di più è calato nella lazialità, spirito fondante del mito della Lazio, appreso e assorbito in tempi rapidi: «Io in questo progetto ci sono dentro con tutte le gambe. Fa parte del mio carattere. Ho avuto la chance più bella della mia vita, cosa faccio? Ho dormito due mesi a Formello, ho preso casa da poco. Voglio dare tutto me stesso. E poi questa squadra mi stimola, vedo la partecipazione che ho chiesto. La squadra ci crede, e si va, dobbiamo andare forte». Verso Monza. Queste sono invece dichiarazioni che Baroni ha rilasciato a Dribbling: «Non si deve mai dimenticare da dove si è partiti e cosa ti ha spinto fin lì. Non voglio che la squadra si ponga dei limiti. Siamo un gruppo ambizioso. Non esistono formule vincenti, ma esiste una strategia: avere 22 titolari e questo i calciatori lo hanno recepito bene. Sono un tipo caparbio. Il messaggio che posso dare a chi mi guarda è quello di una persona che ha fatto un percorso, credendo in se stesso e in quello che faceva». Il percorso è all’inizio, lo spettacolo deve continuare. Baroni e la Lazio, un legame che da subito è parso naturale.