Lazio, i dubbi di Baroni prima del Bologna: l'attacco è da inventare

Dopo la sosta per le nazionali il tecnico ritrova anche Castellanos ma resta in bilico tra il 4-2-3-1 e il 4-3-3: da valutare Dia e Pedro
Daniele Rindone
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ROMA - Tridente o doppio 9, il 4-3-3 o il 4-2-3-1. Un doppio bivio tra tante necessità. Ingarbugliati calcoli complicano la preparazione di Lazio-Bologna. Baroni si macera nei dubbi di modulo e uomini. Mezzo attacco non dà garanzie. Dia è tornato in gruppo ieri dopo la malaria scambiata in Senegal (stando ai fatti) per influenza. Anche Pedro s’è allenato, prima a parte, poi coi compagni, dopo la gastroenterite (come da comunicazione). E Castellanos si rivedrà in campo oggi, è rientrato dall’Argentina. Baroni vuole vederci chiaro stamattina, nel primo allenamento a reparti completi. Valuterà le condizioni di tutti e deciderà di conseguenza. Il 4-3-3 è il modulo che aveva scelto a Monza per precise necessità tattiche, esigenze legate alla disposizione della squadra di Nesta e alla presenza di Djuric in attacco. Il 4-3-3 gli era piaciuto nel finale con il Porto e continua a stuzzicarlo. Ci sono pro e contro. Gli permette di schierare un solo 9, garantendosi la staffetta. Ma così giocando, con Guendouzi, Rovella e Vecino contemporaneamente, non ha cambi a centrocampo ad eccezione di Dele-Bashiru. Nel 4-2-3-1 invece è necessaria la presenza del doppio 9 (Castellanos più Dia), in alternativa si può pensare a Pedro sottopunta. In questo caso Vecino varrebbe come rincalzo di lusso in corsa. Chi giocherà dovrà garantire affidabilità fisica, chi è meno pronto inizierà dalla panchina.

Lazio, le prove di Baroni prima del Bologna

Ogni calcolo va pesato, c’è tempo fino a domani, in tutto 48 ore. Due allenamenti per risolvere i due rebus. Baroni tiene pronte soluzioni principali e alternative, già testate nell’allenamento tattico di ieri. Nel 4-3-3 inizialmente si sono mossi Isaksen, Noslin e Zaccagni in avanti. Guendouzi, Rovella e Vecino erano i centrocampisti. Lazzari e Pellegrini i terzini, Gila e Romagnoli i centrali. Noslin è l’unico dei centravanti (per quanto stia giocando più da ala) che si è sempre allenato durante la pausa, non è nel giro dei nazionali. Si tiene pronto per qualsiasi necessità. Queste prove sembrano realistiche (centravanti a parte), attendono la controprova di oggi. Il 4-2-3-1 è apparso a fine allenamento, disegnato mischiando le gerarchie, integrando in squadra Akpa Akpro e Diego Gonzalez. La complessità delle scelte che attendono Baroni s’intuisce dall’alternanza dei moduli, dalla fusione degli uomini scelti per applicarli.

Un tour de force fino a Natale

Non si può pensare solo al Bologna con mezzo attacco in affanno e con tre soli centrocampisti rodati. Giovedì si giocherà in Europa contro il Ludogorets e si proseguirà al ritmo di tre partite a settimana fino a Lecce-Lazio del 21 dicembre, mese in cui la Lazio giocherà anche in Coppa Italia (il 5 contro il Napoli all’Olimpico). Solo il Natale concederà uno spazio di tempo di una settimana prima di Lazio-Atalanta del 28 dicembre. Baroni dovrà integrare i centrocampisti finora ai margini: uno è Dele-Bashiru, testato ieri da mediano nel 4-2-3-1 e mezzala nel 4-3-3. È reduce da otto panchine nelle ultime 9 partite di campionato. L’altro è Castrovilli, fermo dopo la terza operazione al ginocchio sinistro, la meno invasiva, conta di rientrare a dicembre per dare garanzie. Prima dell’inizio del mercato le idee dovranno essere chiarissime. L’arrivo di un mediano appare comunque necessario, corre l’obbligo di offrire a Baroni una carta in più per continuare a scalare l’Everest senza inciampi.


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