Lazio, è record: la statistica che esalta il lavoro di Baroni

La squadra ha un primato in Serie A: il 98% delle marcature biancoclesti arriva negli ultimi sedici metri
Lazio, è record: la statistica che esalta il lavoro di Baroni
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Daniele Rindone
5 min

ROMA - Tutti centravanti, a rotazione. La Lazio vorticosa di Baroni, quando gira, fa girare la testa. Una folle centrifuga di movimenti di ruolo che diventano momenti di gioco. L’ariosità della manovra, e le girandole ispirate dalla mobilità del baronismo, portano attaccanti, trequartisti e mezzali a trovarsi nello spazio del centravanti. E’ successo a Cagliari, con Zaccagni spuntato davanti alla porta sarda sul cross di Hysaj. E’ successo contro il Monza: scambio di posti tra Taty trequartista e Pedro vero 9 (gol del 2-0). Lo spagnolo s’è ritrovato davanti a tutti anche nell’azione del 4-0. Era nata da un inserimento di Noslin da ala, più avanti di tutti c’era Tchaouna e Pedro era alle sue spalle. L’olandese ha fatto flipper con il francese, poi il passaggio per Pedrito, autolanciato in porta. Anche Dele-Bashiru, su assist di Rovella, s’è trovato in piena area partendo da dietro, era defilato sulla sinistra quando ha fatto partire la scarica di quel tiro. Scambio di parti, scambio di destini, è sempre più questo il segreto della Lazio da Champions. Nell’ultimo periodo le commutazioni di ruoli non erano riuscite in scioltezza. Il Monza avrà agevolato la fluidità delle azioni, spigliatezza offensiva e disinvoltura nei colpi, ma che divertimento. In primis s’è divertito Baroni a dirigere l’orchestra.

 

Lazio, una percentuale da record

Area piccola, area grande, tutti centravanti, tutti dentro. Da inizio anno i quattro uomini d’attacco hanno stazionato stabilmente davanti alla porta avversaria, il risultato è illustrato da numeri impressionanti: dei 45 gol segnati dalla Lazio in campionato ben 44 sono stati segnati nei famosi ultimi 16 metri (solo Zaccagni da fuori, a giro, a Monza). Praticamente tutti, il 98%. E’ una percentuale da record in Serie A. Milan (95%), Inter (93%), Napoli (90%) e Juve (88%) stanno tutte dietro. I tiri totali dei biancocelesti (sempre dentro l’area) sono stati 218. Baroni ha dei capisaldi per far funzionare la Lazio d’assalto, ormai si conoscono: attacco a difesa schierata, marcature preventive dietro, corse in avanti, riconquista immediata del pallone e arrembaggio. Più volte la linea del Monza, anche troppo facilmente, è stata bucata centralmente. La Lazio ci aveva provato anche nel primo tempo di Cagliari trovando però una trincea diversa. Il gol infatti arrivò da un raid laterale di Hysaj e Zaccagni trovò lo spazio giusto accentrandosi. I movimenti di Castellanos sono ideali per consentire ad ali, trequartisti e mezzali di inserirsi. Sta lavorando per diventare tellurico sotto porta, ma sarà sempre un centravanti di manovra, spaziale nel senso dello spazio fisico. Fa posto a chi è pronto ad inserirsi.

 

Lazio, l’arma in più sulle fasce laterali

«Dobbiamo fare lo step finale», aveva detto Baroni sabato. Sta perfezionando l’orchestra, lavora anche sulla gittata e sulla mira dei cross. La Lazio è la squadra che ne realizza di più in campionato: «Lavoriamo sulla tipologia dei cross». Arma fondamentale quando s’affrontano squadre arroccate o con due linee incollate. A sinistra Zaccagni s’accentra, lascia la rampa libera per gli assalti di Tavares. A destra sta carburando Isaksen, alle spalle c’è Marusic che è il terzino più piantato per caratteristiche. Per modo di dire piantato. Ha già segnato tre gol come nel 2017-18, due di questi sono colpi casalinghi, firmati di fila contro Fiorentina e Monza. Anche Marusic eversore del ruolo, domenica ha colpito davanti alla linea di porta, inzuccando comodo comodo. L’azione del vantaggio era nata dopo un tiro di Zaccagni respinto da Palacios. Palla ripresa da Isaksen, Marusic era al limite dell’area del Monza e ci è rimasto. La Lazio è ripartita da dietro, giro palla a sinistra. E Marusic, se si rivedono le immagini, addirittura tenta l’inserimento da centravanti, poi staziona al confine dell’area del Monza. Quando Isaksen sterza e appoggia a Guendouzi, il montenegrino è sempre in area e sfrutta il ponte di Castellanos. Et voilà.


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