Dopo il gol al Napoli il calo di Dia, abituato a lottare
Nelle ultime settimane ha fatto parlare di più Dia, tutti a chiedersi da tempo cosa avesse, perché dopo il gol al Napoli è andato in calo (nessun gol in 7 partite). Una spiegazione adesso può esserci, lo sforzo è stato doppio. In più l’attaccante si trascina fastidi alla caviglia infortunata contro il Ludogorets, quando Chochev gli rifilò una randellata, graziata incredibilmente. Non s’è mai ripreso totalmente. Baroni spera di riaverlo al top per il finale, è stato l’innesco della Lazio a quattro punte. Si era messo al servizio dell’allenatore e dei compagni. Voglia di rigiocare, carica viscerale, chiave tattica del 4-2-3-1: Dia aveva elettrizzato come nessun altro la partenza dei biancocelesti, i primi mesi vissuti tra campionato e Coppa. Veniva dalla querelle di Salerno, s’era ritrovato fuori. Ha sempre avuto voglia di spostare confini, fin da ragazzino. È cresciuto tra le vie di Oyonnax, sotto le Alpi, comune francese del dipartimento dell’Ain della regione dell’Alvernia-Rodano-Alpi. «Quando cresco sfondo nel calcio e tutti usciremo da questa situazione di povertà», ripeteva ai fratelli. In casa non c’era la televisione, non si potevano guardare le partite. Dia guardava i fratelli giocare in strada. A 12 anni il primo bivio mancato. Osservatori del Saint-Etienne arrivarono in paese, il papà decise di portarlo al campo scelto per effettuare i provini, ma l’auto si fermò, si ruppe il motore. Disse: «C’est la vie». Secondo bivio mancato, la chiamata del Lione. Aveva 15 anni, era piccolo di statura, lui che aveva fratelli sopra il metro e 85 e uno da un metro e 94. Fu scartato. Dia è cresciuto alla distanza. A 18 anni si diplomò elettricista, iniziò a lavorare in una fabbrica di auto, specializzato in serigrafie su telai. Si alzava presto la mattina, lavorava anche di notte, sfidava il freddo e il sonno. Il papà s’era ammalato, aiutava la famiglia e giocava in settima divisione. Ci fu l’occasione di fare un provino in Galles, andò bene, non se la sentì di lasciare la Francia. Dalla settima salì alla quarta e fu notato dal Reims. Aveva già 22 anni. Da lì la scalata. Dia che la dia vinta? Impossibile.