È rimasto fermo in panchina nella seconda partita della Nazionale contro la Germania, spettatore silenzioso di un'Italia che ha scelto altri interpreti per il suo centrocampo. Spalletti lo ha portato con sé senza utilizzarlo, ma per Nicolò Rovella non è stato "tempo sprecato". Al contrario, è stata un'occasione per recuperare. Una sosta utile, forse persino necessaria, per ricaricare le pile dopo settimane dense e per tornare a Formello con nuove energie in vista di uno dei momenti più complicati della stagione della Lazio.
Lazio, la maratone di Rovella
Una maratona da quattro tappe che dirà tanto, se non tutto. Torino, Atalanta, il derby con la Roma e il ritorno nella Capitale contro il Bodø/Glimt. Sono questi gli impegni che Rovella ha "inserito nella sua agenda personale", escludendo l'andata contro i norvegesi che dovrà saltare per squalifica. Il cartellino rosso rimediato nella gara d'andata con il Viktoria Plzen lo ha messo fuori gioco sia per il ritorno con i cechi che per il primo round dei quarti di finale. Una squalifica che dal suo punto di vista può diventare un'opportunità, un'altra pausa forzata in cui rifiatare e prepararsi al meglio per le altre gare, tutte decisive. La Lazio ha bisogno del miglior Nicolò, senza più intermittenze. Nelle ultime settimane prima della pausa, complice anche un piccolo affaticamento muscolare, ha saltato due partite di fila: il match europeo con il Plzen, appunto, e quello casalingo contro l'Udinese. Nella sfida al Dall'Ara con il Bologna era rientrato in campo, ma solo per naufragare con il resto della squadra in una delle prove più deludenti della stagione. Un passaggio a vuoto che ha lasciato il segno e che obbliga Baroni e lo spogliatoio a una reazione immediata. Compreso Rovella, ovviamente, il centrocampista che - insieme a Guendouzi - ha fatto le fortune della linea mediana (e non solo) nell'avvio di stagione turbo della Lazio.
Il piano
L'allenatore lo sa, e non è un caso se, ogni volta che ha potuto, gli ha dato in mano la regia. Quando Rovella gira, la Lazio va. Quando si inceppa, tutto il sistema si appanna. In Nazionale Spalletti lo ha impiegato solo nel primo match con la Germania, lasciandolo a riposo nel secondo. Una fortuna per chi, come lui, aveva bisogno di ritrovarsi, di tirare il fiato, di lavorare su sé stesso. Si è goduto la chiamata azzurra, ma ora può riprendersi il centrocampo della Lazio, seguendo un piano di fatto già stilato. Il primo banco di prova sarà Torino, lunedì sera, nel posticipo. Poi l'Atalanta, un avversario che corre e pressa, una sfida che chiederà intelligenza e ritmo. A seguire, la pausa forzata nell'andata con il Bodø/Glimt e poi il derby, la partita per eccellenza nella Capitale, quella che all'andata ha sofferto particolarmente a livello emotivo. Infine, il ritorno con i norvegesi all'Olimpico, quando la qualificazione alle semifinali europee si giocherà probabilmente sui dettagli, sull'equilibrio, sulla testa. Un personale poker di partite che rappresenta un crocevia della stagione, scontri diretti decisivi per la corsa Champions in campionato e per il cammino in Europa League. Per affrontarli serve un centrocampo lucido, brillante. Serve Rovella.