© BARTOLETTI La Lazio di Don Matteo Cancellieri: la doppietta gli vale un record
ROMA - Per ridare futuro alla Lazio serve il presente giovanissimo di Matteo Cancellieri. Ha dato una scossa emotiva e tecnica alle partite vuote, ai tifosi arrabbiati, al Sarri sconsolato e provato, ai compagni incupiti, alla classifica che è un limbo, l’orlo dell’abisso. La sua esplosione è una scarica elettrica dopo un’estate senza acquisti, dopo la triste carestia di mercato e di talento che ha colpito la Lazio. La sua storia dice che, insistendo e soprattutto volendo, ci può essere posto per tutti. E che un bel destino non si deve negare a nessuno, soprattutto a un ventenne. Cancellieri, con buona pace di chi ci ha creduto e a dispetto di chi non ci credeva, non era un’illusione ottica quando è stato scelto, al massimo un frutto intempestivo, ancora acerbo, da far fruttare. Quel che è stato è stato, ora Cancellieri è cresciuto, è in fase di esplosione e dev’essere la Lazio a crescegli intorno.
Cancellieri, il tesoro
Gol giovani. Gol italiani. Gol romani. Sono i gol di don Matteo Cancellieri, don non sta per fiction, come appellativo nobiliare dopo la prima doppietta in A, dopo il terzo gol di fila in biancoceleste che gli è valso la palma di più giovane italiano della Lazio a segnare una doppietta in campionato (a 23 anni e 234 giorni) dopo Massimiliano Esposito (23 anni e 92 giorni), i suoi gol risalgono al 27 agosto 1995 contro il Piacenza. Tre tuoni in due partite, in cinque presenze, tanti quanti quelli segnati l’anno scorso in 27 partite. Matteo è il segnale di come può tornare a essere la Lazio, se scatterà una nuova rigenerazione. E’ riuscito a convincere Sarri a tenerlo nonostante fosse in lista d’uscita. E’ riuscito a conquistarsi il posto sfruttando lo smarrimento di Noslin, la lentezza della sua crescita, e i problemi di Isaksen, ridotto a panchinaro. Cancellieri era costato 7 milioni più 1,5 di bonus, al tempo (nel 2022) passò come una sopravvalutazione. Lotito, a caccia di pulsvalenze, tre anni dopo può essersi ritrovato un tesoro in casa. L’unico investimento, con Zaccagni, chiuso con il Verona di Setti che può farlo guadagnare anziché perdere.
